Economia

Fattura elettronica, partenza in salita ma prova superata

Concordi le associazioni di categoria, che per reggere l’urto hanno investito grandi risorse
La fatturazione elettronica ha esordito il 1 gennaio
La fatturazione elettronica ha esordito il 1 gennaio
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Difficoltà contenute (ma non assenti) tra le pmi bresciane per l'esordio della fattura elettronica. A dirlo sono i vertici della associazioni di categoria, dagli artigiani ai commercianti sino ai piccoli industriali, che all’indomani dell’entrata in vigore del provvedimento (l’F-Day è stato il 1 gennaio) dichiarano di aver tutto sommato retto, complice la «preparazione» messa in atto nei mesi precedenti.

Tuttavia, qualche problema c’è. Se infatti da un lato le nuove modalità d’assolvimento dell’imposta di bollo sulle fatture elettroniche (il cui ammontare è determinato direttamente dalle Entrate) dovrebbero semplificare la vita dei contribuenti assicurando benefici effetti per l’Erario che incasserà il tributo il 20 del mese successivo a ciascun trimestre solare anziché entro 120 giorni dalla fine dell’esercizio, dall’altro potrebbero palesare - come evidenziato da Il Sole 24 Ore - una serie di criticità. In generale, per le imprese più piccole. E in particolare, sul fronte della solidarietà del destinatario della fattura e delle cessione all’estero.

Fondamentale, tra i bresciani, è stata comunque la capacità di «giocare d’anticipo». La evidenziano il leader della locale Confcommercio, Carlo Massoletti («C’eravamo portati avanti organizzando incontri e materiale informativo, per cui non abbiamo la sensazione di particolari criticità») e quello di Confartigianato Eugenio Massetti («È stato un investimento epocale: abbiamo formato oltre mille imprese da ottobre a dicembre e il nostro ufficio fiscale assiste le associate anche nella fatturazione elettronica»), ma la tendenza è comune a tutti.

«È stata una partenza un po’ accidentata, soprattutto per le realtà più piccole, ma grazie all'informazione che avevamo messo in campo la situazione si sta stabilizzando», commenta il direttore generale di Confesercenti della Lombardia Orientale, Alessio Merigo, mentre il leader dell’Associazione Artigiani, Bortolo Agliardi, che pure giudica positivamente l’esordio, attende la fine del mese, e quindi il boom dell’invio delle e-fatture.

Il provvedimento è partito abbastanza bene anche per la presidente di Cna Eleonora Rigotti, mentre Mario Magazza, vicepresidente tesoriere di Apindustria, rimarca che «sarebbe stato auspicabile un intervento più graduale, così da facilitare il passaggio nelle imprese più piccole».

Qualche sassolino dalla scarpa, però, i vertici delle associazioni non rinunciano a toglierselo: da un lato indugiando sui costi, e dall'altro su alcune delle difficoltà segnalate anche dal quotidiano di Confindustria. «La partenza discreta non giustifica gli ennesimi oneri ricaduti sui più piccoli, con aggravi di spese e di tempo» tuona Rigotti, mentre Agliardi torna a chiedere che vengano inseriti sgravi per «compensare» il sacrificio sostenuto, così che «a pagare non siano sempre i soliti noti».

Una posizione sposata anche da Massetti e Magazza: le imprese più piccole nella stragrande maggioranza dei casi hanno dovuto rivolgersi a dei consulenti, e questo ha comportato quasi «una ulteriore tassa». E se Massoletti si mostra perplesso soprattutto nei confronti dei nuovi obblighi legati all’importazione della merce (il famigerato «esterometro»), Merigo se la prende con la necessità di fare la fattura in tempo reale e non a fine mese, pesante soprattutto per la ristorazione, e Rigotti con l’aggravio di burocrazia legato alla necessità del destinatario di registrare e poi contestare eventuali fatture non dovute. Soddisfatto del sistema SDI si dice il leader di Confartigianato: «ha risposto abbastanza bene, con livelli di scarti molto bassi».

 

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