Come funziona il riscatto della laurea e quando vale la pena farlo

Marco Papetti
Il direttore del patronato Acli di Brescia Fabio Raggi illustra come funziona la conversione degli anni universitari in contributi pensionistici e spiega quando conviene inoltrare la richiesta e quando invece no
Riscatto di laurea, un tema da approfondire
Riscatto di laurea, un tema da approfondire
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Anticipare la pensione e aumentare l’importo dell’assegno pensionistico. Sono le due principali ragioni dietro all’interesse di molti contribuenti per il riscatto della laurea, che consente di convertire il periodo degli studi universitari in anni di contributi validi ai fini pensionistici. Dal 2019 esiste anche una modalità di riscatto detta «agevolata», a cui possono fare richiesta però solo alcune tipologie di contribuenti. Per fare chiarezza abbiamo chiesto un approfondimento al direttore del patronato Acli di Brescia, Fabio Raggi.

Ne abbiamo ricavato una serie di linee guida che, per agevolare la consultazione, abbiamo sintetizzato in una serie di domande con risposta.

Quali sono i requisiti per richiedere il riscatto degli anni di laurea?

Il primo è ovviamente aver conseguito una laurea o un titolo di studio equiparabile. Sono riscattabili solo i periodi di corso legale di studi, non gli anni fuoricorso: se per esempio la durata del corso è di quattro anni e lo si è completato in sei, si possono riscattare al massimo quattro anni. Un altro requisito è avere un contributo obbligatorio generalmente nella gestione in cui si va a riscattare, anche se da qualche anno è prevista la possibilità di riscattare la laurea anche per gli inoccupati: in questo caso i contributi riscattati vengono temporaneamente depositati in un fondo gestito dall’Inps e quando poi l'iscritto inizia ad avere una contribuzione in un certo fondo, quei contributi vengono attribuiti a quel fondo. Se infine durante il corso di laurea si sono svolti dei lavori saltuari, si possono riscattare solo i periodi che non si sovrappongono a quelli già coperti da contribuzioni obbligatorie derivanti dall'attività lavorativa.

Come funziona il riscatto ordinario?

Se un soggetto ha contributi prima del 1996, rientrando quindi nel sistema misto, o riscatta periodi di laurea che si collocano prima del 1996, il calcolo viene fatto con quella che si chiama riserva matematica. Significa che viene calcolata la differenza tra la pensione che il contribuente percepirebbe con il riscatto e la pensione che percepirebbe senza riscatto, considerando anche il sesso e l'età dell'interessato, e si va a capire quale sarebbe l'onere in più per le casse dello stato: quell'onere è quanto generalmente viene richiesto per riscattare il periodo calcolato con la riserva matematica.

Se invece un soggetto è già nel contributivo puro, con contributi solo dal 1996 in poi, oppure ha anche contributi prima del ‘96 ma riscatta dei periodi che si collocano dopo quella data, il sistema di calcolo è quello previsto dal contributivo, ossia l’ordinario a percentuale. Si prendono gli ultimi 12 mesi di retribuzioni precedenti alla domanda di riscatto e a quella media sull’ultimo anno viene attribuita l’aliquota della gestione del riferimento. Per esempio, l’aliquota contributiva dei dipendenti è il 33%: per un soggetto che in 12 mesi ha un imponibile di 100mila euro l’onere per un anno sarebbe il 33% di 100mila, moltiplicato per gli anni da riscattare.

Come funziona invece il riscatto agevolato?

È un tipo di riscatto che è previsto solo per chi è già nel contributivo e non ha contributi prima del 1996 oppure per chi ha deciso di passare al sistema contributivo. Nel sistema di calcolo agevolato si prende il reddito minimale su cui versano i contributi i commercianti, che nel 2025 è di circa 18.555 euro, e gli si applica l’aliquota dei dipendenti al 33%: a quel punto si calcola il 33% di 18.555 euro e il risultato è l'onere per un anno, da moltiplicare nuovamente per gli anni che si vanno a riscattare.

Quando conviene riscattare la laurea e quando invece i costi da sostenere non valgono il risultato?

Prendiamo le due grandi casistiche, che sono quelle di chi è nel sistema misto e di chi è nel contributivo. Nella prima situazione – sistema misto con contributi prima del 1996 e riscatto con la riserva matematica – si valuta quanto, grazie al riscatto, si anticiperebbe la data di pensionamento e quanto si andrebbe a percepire. In base all'onere poi si valutano i pro e i contro, considerando comunque che i riscatti di laurea hanno la possibilità di essere deducibili fiscalmente. Bisogna poi ricordare che il riscatto di laurea prevede la possibilità di rateizzazione in dieci anni senza applicazione degli interessi.

Per quanto riguarda la situazione di chi rientra nel contributivo, la possibilità di calcolo dell’onere è duplice: o il riscatto percentuale che prende gli ultimi 12 mesi di retribuzione e che generalmente è un po' più oneroso oppure il riscatto agevolato. In questi casi ci si trova di fronte a soggetti che hanno contributi dal 1996 in poi, e allora innanzitutto bisogna capire se effettivamente ci sia la possibilità di anticipare il pensionamento, perché non avendo magari un'anzianità contributiva molto consistente il riscatto di laurea non permetterebbe comunque di anticipare la pensione rispetto alla vecchiaia. A questo punto si deve valutare se almeno il riscatto farebbe aumentare l’importo della pensione.

Che documenti occorre preparare per inoltrare attraverso il patronato la richiesta di riscatto di laurea?

In questi casi i dati che vanno autocertificati sono la data di conseguimento del titolo di laurea, l’anno accademico in cui è avvenuta l'immatricolazione, il nome della facoltà e il corso di laurea a cui si era iscritti con anche l'indicazione della durata legale del corso di studi che si intende riscattare. L’Inps fa un controllo incrociato con l'università di competenza e a quel punto viene riconosciuto il diritto al riscatto. Generalmente poi sulla base del provvedimento ufficiale in patronato si fanno ulteriori ragionamenti per capire se effettivamente le previsioni fatte in precedenza fossero corrette.

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