CO2 per l’acqua frizzante: esposto all’antitrust: qualcuno ha fatto cartello

Dietro la carenza di anidride carbonica per le bollicine dell’acqua minerale, che a fine luglio aveva preoccupato molti imprenditori bresciani del settore, ci potrebbe essere un cartello tra i produttori e distributori di CO2. Il sospetto era già emerso in quelle settimane dalle nostre interviste alle aziende del territorio: «ci aspettiamo che la CO2 torni disponibile, e nemmeno troppo tardi, ma a prezzi maggiorati», ci avevano detto.
L’esposto
Il dubbio è venuto anche al Codacons - l’associazione dei consumatori - che ha presentato un esposto all’Autorità garante per la concorrenza e il mercato per abuso di posizione dominante (in violazione dell’articolo 3 della legge 287/1990) o per abuso di dipendenza economica (articolo 9 della legge 192 del 1998). L'azione del Codacons vuol fare luce sull'operato della Yara di Ferrara, il principale produttore italiano di anidride carbonica per l'industria alimentare, e contro i quattro distributori Air Liquide, Sol, Basf e Nippon Gases.
Gli eventi
A giugno, un mese prima dell’allarme sulla mancanza di CO2, alcune aziende produttrici di acqua avevano ricevuto lettere in cui i loro fornitori annunciavano che in pochi giorni non sarebbero stati più in grado di garantire l’approvvigionamento. Nel Bresciano le linee produttive di bottiglie di acqua «frizzante» si erano fermate. Il motivo? Per tutti la manutenzione degli impianti. A inizio luglio un secondo giro di lettere aveva comunicato che le forniture non potevano più essere garantite, questa volta per i prezzi di produzione troppo alti causa il costo del gas, da cui l’anidride carbonica è estratta. Due settimane dopo, in un terzo giro di lettere, la buona notizia: il prodotto finalmente c’è, però costa di più, in media 100 euro di aggravio a tonnellata.
Nel mirino
Questo balletto anomalo, avvenuto per altro solo in Italia, ha indotto il Codacons a muoversi con un esposto all’Antitrust in cui l’associazione ha chiesto di «accertare la condotta dei cinque maggiori produttori e distributori di CO2, che avrebbero improvvisamente comunicato la sospensione della fornitura di anidride carbonica mettendo in difficoltà non solo le aziende produttrici di acque minerali e bevande, ma anche le imprese che la usano per conservare gli alimenti confezionati». In Italia il settore delle acque minerali vale 2,9 miliardi di euro e le bottiglie di gassata coprono il 17% delle vendute.
A Brescia operano realtà importanti che immettono sul mercato ogni anno milioni di bottiglie, tra cui Maniva di Bagolino (160 milioni), Fonte Tavina di Salò (250 milioni) e Acqua Castello di Vallio Terme (6 milioni).
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