Campagna olearia -24% ma l’export dell’olio italiano cresce

La campagna olearia 2024/2025 ha confermato le aspettative di una naturale annata in calo per l’Italia. Secondo le elaborazioni Ismea dei dati Agea, ormai quasi definitivi, i volumi si attesterebbero poco sotto le 250mila tonnellate (-24%), una previsione più ottimistica rispetto a quella di settembre. Il settore ha comunque resistito grazie alla struttura diffusa e capillare: 620mila aziende e oltre 4.240 frantoi attivi.
Per la nostra provincia Ismea indica che a Brescia nella campagna 2024-2025 i frantoi sono 31, mentre i chilogrammi di olio prodotto sono 689.429 ed i chilogrammi di olive molite sono 7.308.413, pari ad una resa del 9%. Nel contesto lombardo, il tessuto produttivo della provincia di Brescia rappresenta il principale polo produttivo regionale; è caratterizzato da un’elevata frammentazione aziendale, con 1.649 operatori, ma sostenuto da un solido sistema di certificazioni di qualità, tra cui i monovarietali Casaliva e Leccino, e le DoP Garda e Laghi Lombardi.
Il punto
«L’andamento stagionale, allo stato attuale - dice Laura Facchetti, presidente di Coldiretti Brescia - si prospetta favorevole. Le precipitazioni regolari e l’assenza di eventi climatici estremi hanno garantito un equilibrio vegetoproduttivo ottimale, con piante in buona vigoria e carica produttiva discreta. Anche dal punto di vista fitosanitario fino ad ora le cure e la professionalità degli olivicoltori ha saputo gestire le criticità che si sono palesate in maniera importante le scorse annate.
Tale situazione è particolarmente rilevante in un’annata in cui, a livello nazionale, si registra una contrazione produttiva di oltre il 30%, mentre le aree settentrionali per ora mostrano una ulteriore ripresa rispetto alla già discreta campagna precedente. Sul fronte fitosanitario - prosegue Facchetti - l’attenzione è rivolta alla mosca dell’olivo (Bactrocera oleae), il cui ciclo riproduttivo è in fase di piena attività. Le attuali condizioni climatiche, caratterizzate da temperature miti e umidità diffusa, risultano favorevoli alla proliferazione dell’insetto, aumentando il rischio di danni qualitativi e quantitativi. Sarà determinante verificare se l’innalzamento termico previsto nelle prossime settimane potrà ridurre l’incidenza dei voli e contenere l’infestazione, oltre ad un'azione puntuale di monitoraggio e di intervento nelle aree più soggette ad infestazione».
In sintesi, il quadro produttivo della provincia di Brescia si colloca in uno scenario nazionale in espansione sul piano commerciale. Nonostante le scorse annate di scarsa produzione non si sono perse quote di mercato e anzi i clienti ritornano appena la disponibilità di prodotto si affaccia sul mercato, segno di un riconoscimento qualitativo difficilmente sostituibile.
In magazzino
«Non vi sono giacenze negli oleifici - sono sempre parole dell’esponente di Coldiretti provinciale - e anche l’export Brescia segna una crescita del 2024 sul 2023 (al netto del calo produttivo) dio oltre un 20%, complice anche l’importante presenza di turisti stranieri che caratterizza i laghi Lombardi, dove l’olivicoltura trova dimora. La produzione 2024, sta ormai concludendo le scorte presenti sul territorio e si attende con ansia di arrivare a raccogliere e portare nei frantoi la produzione 2025, senza sorprese né climatiche né fitosanitarie».
Insomma, è una questione di mercato. «Si attende con ansia l’olio nuovo per soddisfare il mercato in continua crescita e con un andamento dei prezzi fra i più alti d’Italia - chiude Facchetti -. Le olive nel 2024 sono state quotate oltre intorno ai 130 euro/q.le e l’olio oltre i 20 euro/kg, all’ingrosso che equivale ad un prezzo allo scaffale vicino ai 30 euro/lt. L’annata in corso si presenta con prospettive agronomiche positive, ma con la necessità di mantenere alta la vigilanza sulle avversità fitosanitarie per preservare qualità e redditività della campagna».
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