Economia

Il modello Camozzi: AI, produzione locale e visione globale

Camozzi Group è presente in 78 Paesi, con ricavi saliti a 592 milioni: sono attualmente 593 i brevetti attivi
Lodovico Camozzi - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
Lodovico Camozzi - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
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Anche i numeri dell’ultimo bilancio sono più che buoni, ma Lodovico Camozzi finge elegantemente di dargli poca importanza. Ne trascura molti di quelli che sono riportati sul comunicato stampa: a partire dai ricavi, che sono saliti a 592 milioni di euro (l’81% rappresentato dall’export), all’utile netto, pari a 30,3 milioni. Si sofferma invece sulla voce degli investimenti, per 45 milioni, sul numero dei brevetti attivi, ben 593 e sul valore delle risorse dedicate ai progetti di ricerca e sviluppo, equiparabile al 3% del fatturato. «Guardiamo al futuro con ottimismo e determinazione – ammette –, continuando a sperimentare e adottare tecnologie di ultima generazione e, soprattutto, a consolidare la nostra presenza diretta sui principali mercati del mondo».

Nel suo consueto incontro con la stampa, il presidente Camozzi siede al posto d’onore, che un tempo occupava suo padre Attilio. Le affinità tra i due sono sempre più evidenti. La routine consolidata di questo particolare momento non subisce mai variazioni, peraltro senza comprometterne il grado di coinvolgimento dei partecipanti. E così, anche quest’anno, dopo aver sorseggiato un caffé, Lodovico Camozzi ha iniziato il suo giro del mondo.

«Le 43 guerre in corso mi spaventano per diversi motivi, non solo di natura economica. In un contesto economico e geopolitico fra i più complessi degli ultimi decenni – ha raccontato – siamo comunque orgogliosi di aver chiuso il 2024 con un risultato complessivo positivo, che testimonia la solidità del nostro modello strategico basato sulla grande diversificazione di settori e di geografie, sulla resilienza delle nostre persone e sulla capacità di continuare a generare valore anche in scenari sfidanti». Belle parole, ma nella sostanza c’è molto di più.

Il punto

Camozzi Group, recita un comunicato: è una multinazionale che opera nell’automazione industriale, nella manifattura additiva e sottrattiva e nello sviluppo di soluzioni meccatroniche per la fabbrica avanzata. Con 3.059 dipendenti, un cash flow da 95 milioni e un Ebitda da 102 milioni, il gruppo bresciano è presente in 78 Paesi del mondo, con 25 stabilimenti produttivi in Europa, Stati Uniti, Cina e India, oltre a 39 filiali o centri di assistenza.

«L’internazionalizzazione è fondamentale, ma negli ultimi anni abbiamo continuato a consolidare il modello "local to local", focalizzando appunto la nostra presenza diretta, produttiva e commerciale nelle principali economie del mondo – ha spiegato l’imprenditore –. Questo approccio permette di rafforzare la resilienza operativa consolidando i rapporti sia con la base clienti sia con i partner locali». La suddivisione dei ricavi del gruppo per aree geografiche è la seguente: Emea (Europe Middle East Africa, esclusa Italia) 51%, America 16%, Asia Pacific 14%.

In quest’ottica va letto anche il significativo incremento degli investimenti industriali sostenuto dai Camozzi per rafforzare la presenza diretta negli Stati Uniti e nelle principali economie asiatiche. A cominciare dall’India. Tra le attività più rilevanti nel Paese si registra anche la recente inaugurazione di un nuovo stabilimento produttivo, l’avvio di un training center e il progressivo sviluppo di un hub locale dedicato all’R&D per la controllata Camozzi Automation. Nella stessa direzione va il rafforzamento della Marzoli Machines Textile in Asia Pacifico. Infine, quest’anno la Camozzi ha potenziato la già solida presenza nel Turkmenistan, grazie a un rinnovato accordo per l’ammodernamento degli impianti tessili del Paese.

Tecnologia

«Noi vogliamo guidare la domanda di mercato perché siamo consapevoli di possedere un dominio tecnologico che può fare la differenza» ha spiegato il bresciano. E se know how tecnologico, integrazione dei processi e globalizzazione sono leve strategiche, a incidere positivamente sulla stabilità del gruppo Camozzi è anche la capacità di diversificare il numero di settori di riferimento per le varie divisioni. In questi mesi, per di più, grazie al lavoro di Camozzi Digital & Mechatronics, il gruppo ha sviluppato una piattaforma cognitiva che utilizza l’intelligenza artificiale generativa per integrare dati certificati dalla produzione ed eseguire in modo autonomo processi industriali con l’obiettivo di supportare operatori e manager attraverso il linguaggio naturale. Sono oggi in fase di test operativo, nelle fabbriche del gruppo, già quattro agenti AI.

«Altrettanto importate – ha chiuso il presidente Camozzi – è la capacità del nostro centro ricerche di valorizzare collaborazioni e sinergie con università e partner tecnologici, anche attraverso la partecipazione a partenariati estesi». Oggi il gruppo è attivo in 4 partenariati. «La tecnologia – ha concluso davvero Camozzi – dev’essere a servizio dell’uomo e non il contrario. Questo è il valore che più di altri vogliamo diffondere nel mondo».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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