Birra, crescono ancora consumi e produzioni agricole di nicchia

Fino alla metà di ottobre, in ogni angolo del mondo si celebra la birra. Una tradizione che affonda le proprie radici al 1810, quando si festeggiò il matrimonio tra il principe, e futuro re, Ludwig I di Baviera, con la principessa Teresa di Sassonia.
In Italia, il mercato della birra fa da volano per la filiera agroalimentare, come emerge dall’ultima e più recente ricerca, realizzata da Nomisma, che racconta i consumi di birra nell’horeca, secondo consumatori e professionisti del fuori casa. La birra è la bevanda di qualità più richiesta nei locali (59%), davanti alle bollicine (39%), al vino bianco (38%) e al vino rosso (34%). Secondo i dati in Italia cresce anche il mercato delle birre artigianali, e secondo il Registro delle Imprese Camera di Commercio, nel 2022 le realtà che producono birra in Italia erano diventate 1.326, occupando un totale di 9.612 addetti diretti, con una crescita sul 2015 del 104% in termini di birrifici e del 22% in termini di lavoratori.
I numeri
Nella nostra provincia si contano anche una cinquantina di micro birrifici agricoli e non solo artigianali che in Lombardia sono quasi 200 per una produzione che supera i 115 ettolitri all’anno.
La birra si conferma un traino decisivo per la fetta di consumi agroalimentari nel fuoricasa che, secondo stime Nomisma, nel 2022 vale 89,7 miliardi di euro. Un fuoricasa che è sempre più legato a materie prime italiane e ai prodotti agroalimentari e alle bevande di qualità, locali o legati al territorio.
Secondo gli addetti ai lavori negli ultimi due anni il consumo di prodotti agroalimentari di alta qualità nei locali italiani è aumentato del 44%, mentre quello delle bevande registra addirittura un +53%. L’anno scorso fuoricasa e birra sono cresciuti insieme: quando al ristorante, in pizzeria, al pub o in trattoria si ordina una birra, 8 volte su 10 viene accompagnata dal buon cibo della tradizione agroalimentare italiana: ad esempio con una pizza, con un tagliere di formaggi e salumi del territorio, con un primo tipico (che coinvolge pasta, formaggi, verdure e insaccati) o un secondo di carne o di pesce.
Scenari
Che la birra sia entrata a pieno diritto anche nell’orbita agricola è testimoniato dalla nascita, nel giugno 2019 nella sede di Coldiretti, del Consorzio Birra Italiana con lo scopo di tutelare la birra artigianale nazionale e di garantire l’origine delle materie prime - in primis orzo e luppolo - impiegate nella produzione al fine di rafforzarne l’identità italiana autentica.
L’annata 2023 ha però inficiato un po’ tutto il sistema visto che, a causa del maltempo, è andato perso il 15% il raccolto 2023 dell’orzo italiano per birrifici artigianali agricoli. È quanto afferma il Consorzio birra artigianale in riferimento alle devastazioni causate dall’ultima ondata di tempeste che si è abbattuta in particolare sul nord Italia con il calo delle rese da 40 quintali per ettaro dell’anno scorso ai 34 quintali attuali, con i produttori agricoli in balia del mal tempo e mettendo a repentaglio l’intera filiera della birra italiana.
A livello mondiale il fatturato della birra arriverà agli oltre 750 miliardi del 2027 (+34%), con un tasso composto di crescita annuale del +5,44% e una crescita parallela nei volumi, che toccheranno i 189,30 miliardi di litri entro il 2027. Sul podio mondiale dei produttori si trova la Cina, dove viene generata la maggior parte delle entrate, pari a 125,6 miliardi di dollari nel 2023. A livello globale, la birra è la bevanda alcolica più consumata, rappresentando il 60% del volume totale del mercato. Indicativo della riscoperta delle abitudini tradizionalmente associate al suo consumo, dopo la parentesi pandemica, è il dato che mostra come entro il 2027, il 52% della spesa e il 33% dei consumi in volume nel mercato della birra saranno legati all’acquisto fuori casa, dai bar ai ristoranti.
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