Economia

A2A apre una sede a Bruxelles e rilancia su rifiuti e riuso delle acque reflue

È stata inaugurata a giugno 2022 per essere più vicini all'Europa. Preoccupa l’impatto del regolamento imballaggi
Il depuratore della Valtrompia - © www.giornaledibrescia.it
Il depuratore della Valtrompia - © www.giornaledibrescia.it
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Dalla direttiva sugli imballaggi a quella sulle acque reflue, passando per il regolamento Ets sul sistema di scambio delle emissioni di gas a effetto serra alle nuove norme in materia di parità salariale. Per la life company A2A, partecipata al 25% dal Comune di Brescia (pari quote possedute da quello di Milano), quello che viene discusso e deciso in Europa è ciò che impatta sull’ecosistema quotidiano dell’azienda.

«A dicembre 2021, al termine del periodo più duro della pandemia e all'inizio della crisi energetica, ci siamo confrontati sulla necessità di avere una presenza stabile nelle sedi istituzionali europee - spiega Filippo Bonaccorsi, responsabile Public affairs di A2A -. Praticamente qualsiasi normativa nazionale o regionale è di derivazione comunitaria: la decisione è perciò stata facile».

Come lavora

In pochi mesi è quindi nata la sede della life company a Bruxelles. Inaugurata a giugno 2022 «è una sede operativa e non di mera rappresentanza - specifica -. Ci lavorano a tempo pieno tre colleghi e due stagisti (presto diventeranno quattro ndr), che tutti i giorni hanno contatti con parlamentari e funzionari comunitari».

Il modus operandi è quello tipico della «bolla bruxellese», improntato alla trasparenza e alla grande preparazione tecnica. «Siamo iscritti nel registro ufficiale delle lobby e ci atteniamo a un protocollo rigidissimo - sottolinea Bonaccorsi -. Prepariamo, con la collaborazione di organizzazioni no profit terze, specifici paper illustrando in modo chiaro le nostre posizioni sui diversi temi. E il metodo bruxellese è lo stesso che adottiamo anche in Italia».

I risultati non stanno tardando ad arrivare: «Siamo ben ascoltati in Europa, anche perché in pochissimo tempo abbiamo fatto squadra con le altre aziende italiane in Belgio, associandoci anche al Gruppo di iniziativa italiana - afferma il manager -. Andiamo con una voce sola su diversi temi, si pensi all’ambito energetico dove cooperiamo con altri grandi player nazionali del settore».

I dossier aperti

Come si diceva, molto di ciò che viene discusso in Europa si interseca infatti con l’ecosistema A2A. «Le questioni sono davvero tantissime - conferma Bonaccorsi -, alcune però più stringenti di altre. Penso per esempio all’aspetto della parità salariale, contenuto in un’apposita direttiva, che prevede di dover specificare il perché della differenza di entry salary per i neo assunti. È un tema che a prescindere dalla norma ci sta molto a cuore e che vogliamo affrontare con grande attenzione».

Uno dei core business dell’azienda è poi nel ciclo dei rifiuti «ambito nel quale è stato ottenuto un ottimo risultato in merito al regolamento Ets sul sistema di scambio delle emissioni di gas a effetto serra - sottolinea -, evitando aggravi sul calcolo di CO2 legata ai termoutilizzatori. I Paesi del nord Europa hanno già risolto il problema del ricorso alla discarica, mentre in Italia vi si conferiscono ancora oltre il 20% dei rifiuti con conseguenti maggiori emissioni di CO2. Gli impianti di termovalorizzazione sono fondamentali proprio per evitarle e, oltretutto, forniscono un contributo rilevante alla produzione di energia elettrica e termica evitando utilizzo e importazione di combustibili fossili, favorendo l’autonomia energetica del Paese».

Campanello d'allarme

Ma proprio sulla questione rifiuti un campanello d’allarme è scattato in relazione al regolamento sugli imballaggi che prevede una preminenza del riutilizzo sul riciclo. «L’Italia ha conseguito ottimi risultati nel riciclo e, per esempio, le città in cui A2A gestisce la raccolta dei rifiuti hanno una percentuale di differenziata paragonabile alle best practice europee - rimarca -. La nuova normativa è più ispirata alle abitudini dei Paesi del Nord che hanno un approccio diverso su riuso e differenziata».

Un ultimo tema sul quale la life company è attenta è quello dell’utilizzo delle acque depurate, argomento contenuto in una specifica direttiva sulle acque reflue. «In Europa c’è un grande dibattito sull’uso che se ne può fare, rimettendole per esempio in circolo per le industrie o per lo scopo agricolo - dichiara Bonaccorsi -. Come azienda siamo particolarmente impegnati su questo fronte poiché ci occupiamo anche di depurazione: Si pensi a gli impianti da poco realizzati nel Bresciano (Valtrompia e Alfianello ndr), che consentono ai territori in cui operiamo di uscire dal ciclo vizioso delle procedure di infrazione che pesano sugli oneri della tariffa dell’acqua, restituendo al contempo valore alla risorsa idrica».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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