Cultura

Sanremo 2022, quando Blanco giocava nel Lumezzane

Le origini calcistiche di Riccardo Fabbriconi risalgono al 2014, quando muoveva i primi passi con la maglia rossoblù
La squadra del Lumezzane dove Blanco (il primo, inginocchiato a sinistra) militava quando aveva 11 anni
La squadra del Lumezzane dove Blanco (il primo, inginocchiato a sinistra) militava quando aveva 11 anni
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Lo si riconosce dal taglio degli occhi e dal sorriso. Il piccolo Riccardo Fabbriconi, in posa da vero calciatore, con la maglia rossoblù, ha 11 anni. Da allora sono passati solo sette anni e beh, sapete com'è andata e come va. 

Ma proprio l'incredibilie visibilità che negli ultimi mesi ha conquistato Riccardo-Blanco, moltiplicata dall'effetto Sanremo, sta risvegliando la voglia da parte di chi l'ha conosciuto bambino, di raccontarne qualche aneddoto. Proprio come fa il Football club Lumezzane che, sul proprio sito, ripercorre quel 2014 attraverso gli aneddoti di Fabio Piantoni quell'anno l’ha allenato a Lumezzane, Stefano Straolzini suo compagno di squadra e dello zio Lino Parmigiani che da Calvagese l’ho portò a Lumezzane.

Quel che ne emerge è il ritratto di un bambino educato, umile, ma dal carattere forte e determinato. «Abbiamo giocato insieme tre-quattro anni e altre volte ci siamo scontrati da avversari - dice Straolzini-. Ultimamente mi è capitato di rivederlo ed è rimasto quel ragazzo che ho conosciuto da piccolo: umile e sorridente, sempre il primo a salutare come se il successo non l’avesse cambiato».

«Riccardo ha sempre avuto una grande passione per il calcio - racconta invece Parmigiani -. Ha iniziato a giocare all’oratorio di Calvagese, dove abitava, poi un giorno lo portai a un provino del Lumezzane e lo presero. Giocava da difensore e secondo me anche nel calcio avrebbe fatto carriera perché è uno tosto e deciso con un carattere molto forte». Accanto al calcio però cresceva già un'altra intensa passione: quella del canto. «L’ha sempre avuta grazie al papà che amava cantare. Riccardo è cresciuto con le canzoni italiane degli anni ‘60, ‘70 e ‘80. Era la disperazione di sua mamma, perché cantava ovunque e aveva trasformato la cantina in uno studio di registrazione. Poi ha pubblicato le sue prime canzoni su YouTube e da lì ha intrapreso la sua carriera di cantante».

Anche Piantoni ha un ricordo nitido di Blanco. «Era un ragazzino mai domo, sempre con tanta birra e tanta volontà nel fare le cose. L’ho allenato nella categoria esordiente quindi ancora molto giovane però ricordo che delle potenzialità le aveva già».

 

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