Cultura

Quando l’Orchestra della Scala inaugurò l’anfiteatro del Vittoriale

Le celebrazioni per il Vate si aprirono con la proiezione del film colossal «Cabiria» del 1914 al Rimbalzello
I lavori iniziarono negli anni Trenta e, dopo uno stop, fu inaugurata nell'agosto del 1953
I lavori iniziarono negli anni Trenta e, dopo uno stop, fu inaugurata nell'agosto del 1953
AA

Il Vate lo immaginava come «una conca marmorea sotto le stelle», coniando per esso anche un nome specifico: il Parlaggio. Originale, come al solito. Del resto, era un pezzo importante nel disegno del Vittoriale, il grande monumento a se stesso pensato da Gabriele D’Annunzio. Nel 1931 il Poeta inviò l’architetto Gian Carlo Maroni a Pompei per studiare l’anfiteatro romano da cui trarre ispirazione.

I lavori di costruzione cominciarono negli anni Trenta, ma subirono numerose interruzioni. Nel 1938 la morte del Vate, poi la guerra, quindi le necessità della Ricostruzione. Solo nel 1953 il cantiere si chiuse, consegnando il Parlaggio alla fruizione pubblica. In verità, non com’era stato pensato dal Poeta, che ne desiderava la copertura in marmo rosso: soltanto nel 2020 l’opera è stata così completata.

Settanta anni fa la Fondazione del Vittoriale, presieduta dal giornalista e scrittore Eucardio Momigliano, celebrò in grande stile l’inaugurazione dell’anfiteatro a Gardone Riviera. Tre giorni di manifestazioni, dal 6 all’8 agosto. L’esordio con il botto, la sera di giovedì, nella sala del Rimbalzello, presente il figlio del protagonista, principe Mario D’Annunzio di Montenevoso.

Venne proiettato «Cabiria», il colossal girato nel 1914, diretto da Giovanni Pastrone. Film muto con le didascalie e la sceneggiatura firmate dal Poeta. Uno spettacolo straordinario per l’epoca, considerati gli effetti speciali e le centinaia di comparse, che animavano la lotta fra Roma e Cartagine. La serata, inutile dire, fu un grande successo.

Più austere le celebrazioni del venerdì, con la commemorazione del Vate affidata al critico letterario e poeta Francesco Flora, seguita, nell’auditorium, da «una suggestiva accademia di dizioni liriche», come scrisse il nostro giornale.

Il clou delle manifestazioni, tuttavia, si tenne sabato sera. «Il velo del silenzio che ha avvolto fin qui il Vittoriale degli italiani - scrisse il GdB - verrà squarciato ufficialmente dalla musica e sarà la più celebre orchestra del mondo a compiere il miracolo». L’inaugurazione dell’anfiteatro, infatti, era stata affidata all’Orchestra della Scala diretta dal maestro Carlo Maria Giulini. Nel programma, Vivaldi, Pizzetti, Wagner e Beethoven.

Due giorni prima, giovedì, il Parlaggio aveva ospitato la prima prova dell’Orchestra. L’esame di acustica era stato superato alla grande: «Una meraviglia», secondo il maestro Giulini. «Tutti erano entusiasti, commossi, compresi gli orchestrali - rivelò il GdB - fra i quali abbiamo udito parole di questo genere: "Finalmente abbiamo scoperto un teatro all’aperto"». La perfezione dell’acustica era la condizione necessaria per la riuscita dell’evento e per il futuro stesso della struttura. Che da allora ha accolto in estate cartelloni di grande successo e gradimento.

A questo proposito, segnaliamo che la Scala farà ritorno al Vittoriale. Sabato 8 luglio, alle 21, concerto dell’Orchestra dell’Accademia Teatro alla Scala, diretta da Fabio Luisi, per i 160 anni dalla nascita di Gabriele D’Annunzio. Caso vuole che coincida con i 70 anni di vita dell’anfiteatro. In programma musiche di Stravinskij e Cajkovskij.

Icona Newsletter

@Buongiorno Brescia

La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia