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Miri: «A Sanremo i miei abiti per Enzo Miccio e Francesco Renga»

Lo stilista bresciano Maurizio Miri veste Renga per la serata delle cover e dei duetti: «Lavorare al Festival è un bailamme, è metafora della vita»
Maurizio Miri al lavoro in sartoria
Maurizio Miri al lavoro in sartoria
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Ci sono artisti che vivono dall’interno il Festival di Sanremo ma che poi non salgono sul palco. Lo fanno però le loro creazioni. Sono moltissimi: sono gli artigiani del makeup, dello styling, della musica… Tra loro c’è Maurizio Miri, stilista bresciano, che lo scorso anno vestì due cantanti in gara – Renga e Nek – e che anche stavolta si è trovato a lavorare per il Festival.

Lavorare al Festival: il dietro le quinte

«Lavorare al Festival di Sanremo è caoticissimo. Bisogna destreggiarsi tra problemi e buriana dell’evento, lottando contro tutto e contro tutti. Come con i corrieri che perdono gli abiti, che rischiano così di non arrivare in tempo». Questa che racconta non è un’ipotesi: è accaduto esattamente in questi giorni, con un completo per Enzo Miccio – inviato Rai – che non è mai giunto a destinazione. «Il dietro le quinte del Festival quindi è simile al dietro le quinte dell’alta moda, che poi è una metafora della vita: quando vuoi fare sembrare tutto scintillante e invidiabile devi saper risolvere i problemi, lavorando fino a tardissimo. Per far sì che il Festival sia così bello e che tutto funzioni, bisogna essere forti e metterci passione. E avere grandi doti di problem solving».

Lo stilista bresciano conosciuto principalmente per i completi da uomo e i capispalla («Ma non solo: vesto anche le donne e tra le mie clienti c’è Maria De Filippi», sottolinea) in questo periodo sta dunque confezionando abiti per Enzo Miccio. «È stato in atelier a Brescia due settimane fa per i fitting», svela. «Oggi, rispetto al passato, Miccio cerca volumi più morbidi per ottenere un’immagine più basica, ma sempre sofisticata. Più basico è l’abito, più la sartoria deve essere impeccabile. Il suo è uno stile molto ricercato e cerca una vestibilità molto precisa. Da qui i tessuti di altissima qualità: seta, mohair, cammello».

Francesco Renga in smoking verde polvere

Uno dei tessuti usati
Uno dei tessuti usati

Il mohair è peraltro il filato scelto da Maurizio Miri per Francesco Renga, che questa sera salirà nuovamente sul palco dell’Ariston per la serata dei duetti (con i Modà) a un anno dall’ultima partecipazione e a venti dalla vittoria del Festival con «Angelo». «Anche se ultimamente ha una stylist, non può fare a meno di me. E viceversa io di lui», sorride Maurizio. Anche stavolta, quindi, Renga indosserà un capo firmato Miri: «Sarà uno smoking a doppio petto in lana mohair. Il colore è un verde particolare, polveroso, naturale. Sotto porterà una camicia in seta color lavagna e in vita avrà una fusciacca».

La fusciacca ha fatto diverse apparizioni in questo Festival, peraltro. Sia Jovanotti che Damiano David l’hanno sfoggiata, su due abiti completamente differenti. È tornata? «Sì – conferma Miri – . È espressione di bellezza e stile d’altri tempi. Tecnicamente rende elegante e pulita l’immagine anche con la giacca aperta. Fa leva sul rimando ai tempi che furono dell’eleganza con la “e” maiuscola, quella che si vedeva ai grandi eventi negli anni Cinquanta e Sessanta».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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