Musica

Come hanno cantato gli artisti in gara a Sanremo

Ivano Rebustini
La prima voce bresciana è stata quella di Matteo Botticini in arte Theø, poi il solido Renga e l’emozionante Mr. Rain
Mr. Rain con Due altalene
Mr. Rain con Due altalene
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Non sarà stata propriamente una voce, ma il primo suono emesso da un essere vivente ieri sera a Sanremo 2024 è arrivato da Briciola, la cagnolina meticcia con tanto di speciale gualdrappa col fregio dell’Arma, mascotte dei Carabinieri la cui Fanfara ha aperto la settantaquattresima edizione del Festival. Poi, naturalmente, spazio alle voci vere e proprie, almeno trenta: belle, così così, esili e potenti, idealmente rappresentate dalla voce del “coconduttore”. E lui, il vincitore dello scorso anno Marco Mengoni, ha ricordato di quale pasta sia fatta la sua, di voce, ricantando la canzone trionfatrice del 2023, “Due vite”.

Non ha cantato, fortunatamente, ma ha fatto comunque sentire la sua voce Zlatan Ibrahimović, coinvolto da milanista in uno scherzo da prete giocatogli dall’interistissimo conduttore Amadeus. Ha invece fortunatamente e “orgogliosamente” cantato Fiorella Mannoia, che ha pure mostrato le dita dei piedi in libertà come aveva fatto nel 1970 la cantante giustappunto scalza Sandie Shaw.

Ancora, la voce di Irama, muscolosa come il suo proprietario, e quella da neourlatore di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, alle quali – dopo un siparietto tardosituazionista di Mengoni con Amadeus – sono seguite quelle di Mahmood e Diodato, a ricordarci che la bellezza di una voce risiede anche nella sua unicità e riconoscibilità.

La prima voce bresciana è stata quella di Matteo Botticini in arte Theø: non per campanilismo, ma per onestà si può dire l’ugola migliore dei La Sad di “Autodistruttivo”; i tre, che si sono esibiti per quarti, hanno arricchito la loro partecipazione con un messaggio sulla prevenzione del suicidio, battaglia che li vede collaborare con il Telefono Amico attivo dal 1967.

Gli altri bresciani in gara si sono esibiti a ora tardissima, per ventesimo Francesco Renga insieme a Nek e per ventunesimo Mr. Rain, preceduti da Bertè e Amoroso, Emma e Angelina Mango, The Kolors, i Ricchi e Poveri nell’inevitabile versione in duo e Il Volo nell’altrettanto inevitabile versione in tre.

Dopo la consegna da parte di Renga ad Amadeus di un mazzo di cornetti nerazzurri (il rossonero Zlatan permettendo), Francesco e Filippo (Neviani) hanno dimostrato di avere ancora tanta birra in corpo, anche se magari “Pazzo di te” non passerà alla storia della canzone italiana come altri pezzi dei due amici.

Ultimo concorrente di casa nostra, introdotto dal cartello sventolato da Mengoni (“Daje che siamo quasi a metà”) è stato Mattia Belardi in arte Mr. Rain, “autentica rivelazione del Festival dello scorso anno”, parola di Amadeus. “Altalene” anche sul palco in numero di due, per un brano che sembra in grado di rinnovare i fasti di “Supereroi”.

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