«La foto di Oliviero Toscani per le poesie della mia pandemia»

Settanta poesie, «come i miei anni». E uno scatto firmato Oliviero Toscani. La silloge del maestro Innocente Foglio che verrà presto data alle stampe celebra «L’impotenza dell’albero», questo il titolo provvisorio della raccolta per Echos Edizioni, liberando «la rabbia e la rassegnazione scatenate in me dalla pandemia». A riferirlo è lo stesso poeta di casa a Torino, ma originario di Bagolino, che per la copertina dell’opera ha scelto il ritratto che il celeberrimo fotografo gli ha fatto sabato scorso.
Inter e Milan
«Ci siamo conosciuti attraverso don Luigi Ciotti - racconta -. Sono stato nel suo studio a Milano. Toscani è un vulcano, trasmette energia, è molto generoso. Trascorrendo mezz’ora con lui ho avuto l’impressione di stare con un amico che non vedevo da tempo. Mi ha chiesto: "Che squadra tifi?". Io: "Milan". Lui: "Peccato, sono dell’Inter". Poi, immaginando un derby, ha suscitato in me espressioni differenti e ha fatto una mitragliata di scatti in cui non c’è traccia della mia sedia a rotelle. Sedia che in una poesia ho definito "la scultura più brutta che l’uomo abbia mai inventato"».
Foglio è poliomielitico dall’età di tre anni: «Era il ’54 - ricorda -. Il mio lockdown dura quindi da 67 anni. Pur abitando nella bella e progredita Torino quando esco di casa devo programmare il tragitto. La pandemia, poi, mi ha tolto due anni di vita che non recupererò più. Da qui la rabbia e la rassegnazione liberate nelle mie poesie». Fino alla prima media Foglio ha vissuto a Bagolino, comunità della quale conserva bellissimi ricordi: «I miei compagni di classe litigavano per portarmi a casa sulle loro spalle - racconta - . Non mi hanno mai considerato diverso, non mi sono mai sentito emarginato. Se giocavano a calcio, io facevo l’arbitro».
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Farina e bagòss
Il paese gli è rimasto nel cuore: «Sul mio balcone - rivela - ci sono dei gerani che crescono nella terra arrivata da Bagolino, appena posso acquisto l’Acqua Maniva e mi gusto un pezzo di bagòss. La farina di Storo, poi, non manca mai nella mia dispensa. Con il mio paese d’origine ho un legame molto bello, provo tanta nostalgia». Foglio ha iniziato a scrivere da giovanissimo e nel 2017 ha celebrato con una raccolta i suoi «Cinquant’anni di poesia».
Da Montale a Loi

Il premio Nobel della Letteratura Eugenio Montale l’ha definito «un poeta di sensibilità straordinaria, temperato dal dolore». Gao Xingjian, altro premio Nobel che ha avuto modo di incontrare, «ha descritto le mie opere come "pugni nello stomaco" - racconta l’autore -. E Franco Loi, mio grande amico, mi ha definito "un eterno arrabbiato", come era anche lui». Ora c’è grande attesa nei confronti dei settanta componimenti scritti da Foglio in tempi recenti e legati da uno scatto iconico. Lo scatto di Toscani che ritrae il volto della poesia.
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