Cultura

Il successo del Trono di spade: lo spiega la matematica

Il segreto sarebbe nella perfetta aderenza tra le relazioni umane vere: 2mila personaggi e ognuno interagisce con altri 150
Trono di spade - © www.giornaledibrescia.it
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Nonostante sia l'impero del fantastico, il segreto del successo del Trono di spade è nel fatto che rispecchia fedelmente la realtà delle relazioni umane: la matematica mostra che i suoi oltre 2.000 personaggi hanno fra loro complessivamente 41.000 interazioni, vale a dire che ognuno interagisce con altri 150 individui proprio come accade nelle relazioni umane reali e secondo il ritmo che ha scandito l'evoluzione umana.

La scoperta, pubblicata sulla rivista dell'Accademia delle Scienze Americana (Pnas), si deve alla ricerca condotta tra Regno Unito e Irlanda sotto la guida di Pádraig MacCarron, dell'università di Limerick, Colm Connaughton dell'università di Warwick e Robin Dunbar dell'università di Oxford. Il gruppo di ricerca, costituito da fisici, matematici e psicologi, ha analizzato con la teoria delle reti la struttura della saga da cui è tratta la serie televisiva, ovvero Le Cronache del ghiaccio e del fuoco dello scrittore americano George Martin. Lo studio mostra che il modo in cui sono organizzate le interazioni tra i personaggi è simile a come gli esseri umani mantengono le relazioni e interagiscono nel mondo reale. In pratica gli oltre 2.000 personaggi interagiscono in media solo con altri 150, come accade nella vita reale e nel ritmo che ha scandito l'evoluzione umana. Inoltre, nonostante Martin riesca a mantenere l'attenzione del lettore con un racconto ribollente di colpi di scena e facendo morire i personaggi quando meno te lo aspetti, la ricerca indica che la cronologia sottostante non è affatto così imprevedibile.

La ricostruzione della sequenza cronologica degli avvenimenti mostra che le morti non sono affatto casuali: piuttosto, riflettono quello che può accadere nel mondo reale e di conseguenza la struttura narrativa dell'opera è basata su una imprevedibilità 'realisticà. Secondo Connaughton, «le persone in genere danno un senso al mondo attraverso le narrazioni, ma non conosciamo ciò che rende comprensibili e accattivanti le narrazioni complesse. Le idee alla base di questo studio sono dei passi in avanti verso la risposta a questa domanda».

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