Thick as a brick, daga deter coi «getro tall»

«Sei proprio un boomer!» Ma chi sono mai questi bùmer? I è chei che gh’è nasicc en de chei agn ch’è vignicc lé sübit dopo apena finida la guera! Certo, a dire boomer si fa prima, ma vuoi mettere lo splendore barocco della definizione in bresciano?
E poi, un po’ di comprensione! Noi «bumer» abbiamo imparato a scrivere con il pennino e l’inchiostro, alle medie abbiamo fatto francese, da ragazzi portavamo l’eskimo, leggiamo ancora i libri di carta, facciamo le cose un passo alla volta… Forse – lo ammetto – siamo lenti con le app, con i social e con i ritmi delle generazioni di oggi, un po’ più… «duri»: thick as a brick, cantavano ai nostri tempi i Jethro Tull: dür come en quadrel.
Non è però caratteristica solo nostra; la specie era ben diffusa anche prima dell’arrivo dei boomer e il bresciano abbonda di espressioni riservate ai… «duri di spirito».
Innanzitutto, l’aggettivo dür, che indica la condizione di default, che va via via declinato (dür come en balòt, en quadrel, el mür ecc.) e vira poi in un’infinità di sfumature, necessarie a determinare la varietà della condizione: coió, toto, beleló, sücù, tananai, trabecol, tabernacol, sacrament, revercol ecc. per lasciare infine il posto ad espressioni più articolate: Masa e cone per faghela capì al Tone!, Gh’è nacc vià i todesc, ma gh’è restat ché i sücü, Te se’ entrec come en òpol, L’è en bris endré de cütüra, El gh’a el servel en po’ al dente, I azegn sei conos mia apena dale rice ecc.
Ah, se i Jethro Tull mentre registravano Thick as a brick avessero saputo di tanta ricchezza espressiva! Sarebbero certamente venuti a rezentà i pagn en dela Mela.
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