Te se’ prope en argàgn!

«Te se’ en argagn!» ovvero sei una persona difficile, complicata, talvolta fastidiosa, che non risponde alle aspettative. Quando mio nonno – operaio metallurgico, classe 1905 – si rivolgeva affettuosamente a me con questo epiteto, nemmeno lontanamente ne sospettava le ascendenze aristoteliche. Argàgn – attraverso il latino *arganum – viene dal greco órganon, ovvero strumento. E Órganon è appunto anche il titolo con cui gli antichi identificavano i sei libri della logica di Aristotele, a quel tempo lo strumento per eccellenza di ogni umana conoscenza.
Stessa origine ha anche àrghen, l’argano dell’italiano. Interessante ma meno noto sinonimo di argàgn è rödézem. Il Vocabolario dei seminaristi (1759) ne dà la seguente definizione: ruota, che ha caviglie, e denti impiantati al piano della sua circonferenza per inserirsi nella fusa della lanterna; un rotismo; insomma, un insieme complicato di ingranaggi. Qualcosa di simile ad argàgn lo evoca pure trabécol, altro nome di quella che più comunemente era detta monega, il trabiccolo appunto che, sotto le coperte, ospitava lo scaldaletto. Ma dal nonno poteva arrivarmi anche un arsenal! Qui il senso è trasparente: l’arsenale, in primis quello di Venezia, con tutto il suo andirivieni, il fervore di lavori, fuochi, rumori, movimento era l’immagine stessa della complessità e della confusione. E la rusticana affettuosa pedagogia del nonno non finiva qui: seguivano zavài, tabernàcol, revèrcol, otavàre, strambài ecc. ognuno con una sua particolare sfumatura di significato, ma tutti sostanzialmente prossimi a quell’argàgn con cui abbiamo aperto questa dialèktika.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@Buongiorno Brescia
La newsletter del mattino, per iniziare la giornata sapendo che aria tira in città, provincia e non solo.
