La gamba la tira el pè

Amore: in tutte le lingue, è sicuramente tra le parole più usate. Se infatti c’è un sentimento universale, questo è appunto l’amore. E noi bresciani non facciamo eccezione.
Una prima curiosità: in dialetto non esiste l’equivalente dell’italiano “amare”: si preferisce ricorrere a vulì bé. Grammaticalmente poi l’amore in bresciano nasconde un mistero: è un vocabolo maschile o femminile? Oggi lo si usa perlopiù al maschile, ma vi sono testimonianze «arcaiche» che farebbero propende-re per il femminile: Quand che l’amur la gh’è, la gamba la tira el pè; lo stesso ci suggerisce un antico canto popolare: (…) l’amur dei malghes la gira el mondo/La gira el mondo e töta l’Inghiltera /L’amur del malghes l’è la piö bela. Maschile o femminile dunque? Non mi assumo responsabilità.
Ricordo solo che tante espressioni, passate oggi nel linguaggio comune, sono da sempre presenti nella saggezza popolare e il bresciano le aveva già, per così dire, annunciate da tempo immemorabile: Jimmy Fontana cantava nel 1970 L’amore non è bello se non è litigarello? Ma a Brescia da sempre si dice che amur sensa baröfa el fa la möfa!
«Parenti serpenti» è un film del 1992 diretto da Mario Monicelli: dalla notte dei tempi da noi si ammonisce che amur de fradei, amur de cortei. Nel 2004 Carlo Verdone girò il film «L’amore è eterno finché dura»: ebbene, a Brescia da sempre si dice che L’amur el fa pasà el tep e el tep el fa pasà l’amur. E l’adagio bresciano Amur de murus l’è mai lamintus non rende alla perfezione la frase emblematica di Love story, film strappalacrime del 1970: «Amare significa non dover mai dire “mi dispiace”»?
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