Dante incontra le scuole di Brescia e tra musica e clip nasce un calendario digitale
«Dante è un amico che ci parla ancora oggi: ci fa ridere, ci fa piangere e dannare. Resta nel cuore»: così Alessia Tognazzi ha spiegato cosa è per lei Dante Alighieri. La giovane, diplomata all’Arnaldo e oggi «Stem girl», come si è definita, è una degli studenti che l’anno scorso hanno rivisitato la Divina Commedia con il linguaggio del XXI secolo.
Il suo lavoro, in particolare, è stato premiato al Fedic Festival di Montecatini, un medley di canzoni, da Battisti a Gabbani, da Michael Jackson a Paolo Conte che illustrano il Canto III dell’Inferno.
Se ne è parlato nella Sala Libretti del nostro giornale, con la direttrice del GdB Nunzia Vallini, Laura Forcella, responsabile culturale di SicComeDante, Laura Bellini, docente dell’Arnaldo e ad alcuni studenti, nell’incontro dal titolo «Il calendario di SicComeDante con le scuole - Online cultura e poesia per tutte le età».
Il progetto
SicComeDante nasce il 25 marzo 2020, in piena pandemia, in vista del 700esimo anniversario della morte di Dante Alighieri del 2021. Il via con un podcast bisettimanale fino ad arrivare a coinvolgere i licei Calini, l’Arnaldo, il Copernico e il Golgi di Breno.
«Dante non può restare solo nelle scuole - ha detto Forcella -. Deve esserci, ma appartiene ad un pubblico più ampio. E così lo abbiamo reso avvincente, abbiamo reso Dante per quel romanziere che è».
Ecco che durante l’anno della cultura, con scuole di Brescia e Bergamo a lavorare su canti e versi, è stato anche creato il «Calendario dantesco»: 100 i contenuti multimediali caricati su calendario.siccomedante.it, per altrettanti giorni dell’anno. Musica, parole, video recitati restituiscono l’attualità dell’opera del poeta fiorentino. Basta cliccare su un giorno e comparirà una delle tante riletture dei ragazzi.
L’obiettivo, ora, è di arrivare a coprire tutti i giorni dell’anno. Di carne al fuoco, però, ce n’è molta di più. E parte da un neologismo; come il Sommo ne ha creati, è il caso di intuarsi, insemprare, imparadisare e inurbarsi, anche da questa esperienza ne è nato uno che è diventato una sorta di manifesto d’intenti: «Dantizzare».
I risultati
Dall’idea di romanzare i canti ecco che si è passati ai luoghi. Sono stati individuati venti luoghi danteschi nel Bresciano («E Roma ne conta sette» ha sottolineato la prof. Laura Forcella) come il Mostasù dèle Cosère e la Torre D’Ercole.
Il primo è legato a Arrigo VII, citato più volte nella Commedia, che assediò Brescia nel 1311: alla cacciata dei ghibellini da parte dei guelfi la furia dell’imperatore fu placata, vuole la leggenda, solo da una tassa e dai nasi delle statue cittadine mozzate; la torre, invece, fu dimora di Corrado da Palazzo citato nel Purgatorio, con Gherardo da Camino e Guido da Castello, quali unici lombardi di valore e cortesi. Da qui, catena infinita di idee e spunti, sono nate le visite guidate che porteranno gli studenti ad essere ciceroni di «colleghi» della città, della provincia, di Bergamo e del Molise.
Novità
Per il Dantedì 2024 sono stati coinvolti anche gli alunni di primaria e secondaria inferiore. A loro si è chiesto di scegliere un verso e, partendo dalle «potenti visioni degli endecasillabi», dare il loro contributo. E così insieme ai «grandi» delle superiori, quest’anno per la prima volta, il 22 marzo in San Barnaba, ci saranno anche i lavori di chi solo tra qualche anno studierà Dante, ma ha già imparato a familiarizzare con lui.
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