Cinema

«Mamma ho perso l’aereo» al cinema dopo 35 anni: dove vederlo a Brescia

Cristiano Bolla
Il film di Natale più amato di tutti i tempi spegne 35 candeline e per l’occasione l’indimenticabile (ma non dalla sua famiglia) Kevin McCallister torna in sala: dietro alla storia ci sono incredibili aneddoti e curiosità
Un frame da Mamma ho perso l'aereo - © 20th Century Fox
Un frame da Mamma ho perso l'aereo - © 20th Century Fox
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A trentacinque anni dall’uscita americana, «Mamma ho perso l’aereo» resta il titolo natalizio per eccellenza, un film capace di attraversare generazioni e imporsi come riferimento assoluto della commedia delle feste. Nel 1990 nessuno avrebbe potuto immaginare che la storia di un bambino lasciato a casa per sbaglio, costretto a difendere con ingegno la propria abitazione da due ladri maldestri, avrebbe riscritto le regole del cinema popolare. Eppure il film diretto da Chris Columbus e scritto da John Hughes continua ancora oggi a essere trasmesso, citato, imitato, e a occupare un posto speciale nell’immaginario collettivo di milioni di spettatori. Al punto che per festeggiare l’anniversario torna al cinema per una settimana, dal 4 al 10 dicembre, anche al Multisala Oz di Brescia e con diversi spettacoli a disposizione.

La forza del film

La forza del film nasce anche da un processo creativo sorprendente: John Hughes scrisse la prima versione della sceneggiatura in appena nove giorni, ispirato da un pensiero sorto durante un viaggio in famiglia, quando si chiese che cosa sarebbe accaduto se uno dei suoi figli fosse rimasto a casa da solo. Quel lampo diede vita al personaggio di Kevin McCallister, interpretato da un allora giovanissimo Macaulay Culkin, scelto dopo che Hughes lo aveva apprezzato in un precedente film, «Io e zio Buck». Chris Columbus, regista all’epoca agli inizi e che successivamente ha diretto i primi film della saga di «Harry Potter», si trovò fra le mani un progetto che rischiò di non vedere la luce: Warner Bros. lo abbandonò per questioni di budget a poche settimane dall’inizio delle riprese, ma fu subito recuperato da 20th Century Fox, che decise di scommettere su quella storia dal potenziale inatteso.

Il set principale, la celebre casa dei McCallister, fu trovato dopo lunghe ricerche nella cittadina di Winnetka, vicino Chicago: Columbus cercava un luogo che fosse insieme accogliente e un po’ inquietante, qualcosa che potesse funzionare come un «personaggio» del film. Quando mostrò le foto a Hughes, lo sceneggiatore rispose semplicemente che quella era la casa perfetta. Molti interni furono ricostruiti nella palestra di una scuola locale, e persino la casa dei vicini, quella che si allaga nel finale, venne costruita all’interno della piscina dell’istituto.

La casa in cui è ambientato il film, che è disponibile anche su Airbnb - Foto Sarah Crowley, Airbnb
La casa in cui è ambientato il film, che è disponibile anche su Airbnb - Foto Sarah Crowley, Airbnb

Sul set nacquero anche momenti che sarebbero entrati nella storia del cinema: l’urlo di Kevin davanti allo specchio, con le mani incollate alle guance, fu frutto di un’improvvisazione di Culkin, che non tolse le mani dal viso come gli era stato chiesto, creando per caso una delle immagini più iconiche degli anni ’90. Altre scene memorabili, come quella della tarantola sul volto del ladro Marv o gli stunt esagerati dei due banditi, furono girate senza trucchi digitali, con animazioni artigianali o cadute vere realizzate dagli stuntman.

Il successo

Il successo fu immediato e travolgente: il film incassò oltre 476 milioni di dollari nel mondo e stabilì un Guinness World Record come commedia live action di maggior successo in un singolo territorio, primato mantenuto per oltre vent’anni, fino all’uscita di «Una notte da leoni 2» (2011). Rimase in vetta al box office americano per dodici weekend consecutivi, un risultato che pochi altri titoli sono riusciti a replicare. La sua popolarità proseguì poi attraverso passaggi televisivi diventati appuntamenti fissi anche in Italia, che hanno contribuito a consolidarne lo status di classico moderno del Natale.

Negli anni sono arrivati diversi sequel: il secondo capitolo, «Mamma ho riperso l’aereo: mi sono smarrito a New York», vide il ritorno di Culkin e di Columbus, mentre i successivi film prodotti fra il 1997 e il 2021 coinvolsero nuovi cast e nuove trame, senza però raggiungere la stessa fortuna del dittico originale.

Una scena da Mamma ho riperso l'aereo, mi sono smarrito a New York - © 20th Century Fox
Una scena da Mamma ho riperso l'aereo, mi sono smarrito a New York - © 20th Century Fox

Proprio Culkin, oggi 44enne, ha dichiarato di recente che «non sarebbe completamente allergico» a un nuovo episodio, a patto che sia un progetto all’altezza del suo passato. L’attore ha persino immaginato un possibile sviluppo: Kevin, ormai adulto e padre, rimarrebbe chiuso fuori casa durante le feste e sarebbe costretto a superare le trappole preparate dal figlio, in una sorta di duello familiare che diventerebbe metafora del loro rapporto. Un’idea che affascina il pubblico, anche se il regista Chris Columbus ha ribadito che, secondo lui, «Home alone» rappresenta «un momento speciale e irripetibile» e sarebbe meglio lasciarlo così com’è.

Tra nostalgia e nuove ipotesi, «Mamma ho perso l’aereo» resta un film che continua a sorprendere per la sua capacità di parlare a tutti, grandi e piccoli, e di trasformare una semplice avventura casalinga in una delle storie natalizie più amate degli ultimi decenni.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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