Cultura

C'è un «2%» bresciano nel nuovo disco di Gué Pequeno

Tra i numerosi featuring dell'album «Sinatra», anche quello con il rapper nostrano Frah Quintale
GUE' PEQUENO CON FRAH QUINTALE
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«Una papponata». Così il rapper Gué Pequeno definisce «Sinatra», il suo nuovo disco, volutamente eccessivo, uscito venerdì 14 settembre. Il cantante era ieri al centro commerciale la Freccia Rossa, per la tappa bresciana dell’instore tour, dove ha firmato le copie ai 200 fan che lo aspettavano dalla mattina. L’album, è firmato insieme a Charlie Charles, già padre dei successi di Ghali e di Sfera Ebbasta.

La prima cosa che balza all’occhio è che «Sinatra» è pieno zeppo di featuring, tutti a chilometro zero. Primo tra tutti quello con il brescianissimo rapper Frah Quintale, con il quale ha firmato il pezzo «2%», un super lavoro definito da Pequeno «la hit del disco», aggiungendo di averla scritta in un momento in cui era triste per una ragazza. Altro brano che promette di farsi ricordare è «Bling Bling (Oro)», che contiene un campione di «Oro» di Mango. La traccia è tra le preferite del rapper e ha avuto l’approvazione della famiglia del cantante Pino Mango, deceduto nel 2014

Tra le altre collaborazioni, Noyz Narcos, Luchè, Marracash e i ragazzini terribili della trap: Sfera Ebbasta, Capo Plaza e Tony Effe della Dark Polo Gang sono le altre collaborazioni presenti. Spunta anche Elodie in «Sobrio». I due avevano già collaborato insieme a Michele Bravi nel brano «Nero Bali».

«Non ci sono contenuti particolari, volevo solo colpire forte» ammette Gué in un intervista alla rivista Rolling Stone. Il rapper affronterà nel 2019 il tour per il nuovo disco e sarà per la prima volta al Mediolanum Forum di Milano, in marzo. Anche se lui, il live, lo vive in un altro modo: «Sono nato nei club piccoli, mi piace così, mi diverte di più».

Pequeno è probabilmente il più prolifico tra le rap star: sforna mediamente un disco l'anno. «Sinatra» (che, specifica il rapper, non vuole essere un tributo, ma identifica solo «l’arroganza di usare un nome così») si muove bene su tantissimi campi. Prevale l'internazionalità del suono: un’idea molto estera, poco italiana. «Ho messo tutta la mia influenza culturale: dal West Coast anni ’90 ad una parte più contemporanea, c’è reggae, c’è il latino, c’è trap».

Sinatra è un disco solido ed è il passo che serviva per riaffermare la sua posizione nel rap italiano. Ovvero quella di re.

 

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