Cultura

A proposito di Frah Quintale

Che suonerà stasera in piazza Loggia, dopo un percorso musicale iniziato anni fa a Urago Mella, tra rap e street pop
Frah Quintale alla Latteria Molloy - Foto Reporter © www.giornaledibrescia.it
Frah Quintale alla Latteria Molloy - Foto Reporter © www.giornaledibrescia.it
AA

«Non sarà un appuntamento come tutti gli altri, ora sono a casa».

Tra Urago Mella a piazza Loggia (qui tutte le foto del concerto) ci sono tre chilometri e un quarto d’ora di strada, ma per Frah Quintale il percorso è stato un po’ più lungo. A ventinove anni, il rapper bresciano, lanciato ora nello street pop, è riuscito a conquistare la piazza simbolo della città, con un concerto in programma stasera alle 21.30 (biglietti su www.bresciasummermusic.it), parte di tour che lo sta portando in tutta Italia.
 
Il viaggio di Francesco Servidei inizia alle elementari, quando una maestra divide la classe in gruppi e chiede ad ognuno di comporre una canzone. A quel punto gli si apre un mondo. Cresce ascoltando Joe Cassano, i Gang Starr e i Club Dogo, scopre poi la scuola Stone Throw e capisce che è quello ciò che vuole imitare. 

A sedici anni, trascinato dal fratello, inizia a muovere i primi passi da writer, esperienza che ha riportato nel singolo «I treni della notte», inserito nel nuovo album, canzone della quale si dice più fiero in assoluto.

 

 

«Nei graffiti devi imporre il tuo stile, la gente deve capire che una scritta è tua senza che vi sia una firma, e questo mi ha aiutato dopo ad imporre le mie regole nella musica», dichiara alla rivista Rolling Stone.

Il ragazzino ribelle cresce e la sua carriera vera e propria inizia nel 2006 come membro del duo Fratelli Quintale, con il pezzo «Siamo noi», inserito nel progetto «The reverse coconut mixtape».

 

 

Con Merio, suo compagno e collega, Frah pubblica l'album per Carosello «Tra il bar e la favola», disco in cui la vita di tutti i giorni viene raccontata con «cinica intelligenza», scrive Rapburger. «Semplice», il primo singolo, è il manifesto del disco ed è pure la traccia che più rimane impressa: un duro attacco alla quotidianità e su quanto sia facile cadere nel banale.

 

 

Frah inizia a muovere i primi passi come solista nel 2012, con l'uscita in free download del mixtape «Idiot Savant», anticipazione del secondo progetto nato in solitaria «2004», titolo del minialbum dal forte sapore pop uscito nel 2016. Fra i cinque pezzi dell'album, anche i singoli «Colpa del vino» e «Gravità», successo su youtube e sulle piattaforme streaming. «Quando si scrive in due può capitare che i sentimenti si dimezzino, ora che sono da solo parlo sempre di ciò che sento e voglio io», dice il cantante a proposito della sua scelta di proseguire senza il compagno di gruppo Merio.

 

 

Frah Quintale arriva stasera a Brescia con il suo nuovo album «Regardez moi», uscito nel novembre 2017 per Undamento, il cui titolo è stato profetico: oltre cinque milioni e mezzo di ascolti su Spotify per il singolo «Cratere», che è valso al bresciano il disco d'oro, album realizzato in vinile e tour nazionale. Passo non piccolo per il musicista, passato dall'intimità istintiva dei club al grande pubblico: 2000 persone per lui a Bologna, oltre 3000 a Roma, assieme alla soddisfazione di avere preso parte al Concertone del Primo Maggio.

 

 

«All'inizio la dimensione di tutto ciò mi ha creato qualche problema, ora ho preso le misure e ho capito che qua l'intimità devi sapertela creare», ammette in un’intervista al nostro giornale.

L'album è ricco di immagini di vita precaria, che raccontano la labilità dell'amore («8 miliardi di persone»), l'autoaffermazione («Branchie»), il desiderio per una ragazza impossibile («Sì, ah») e molte altre situazioni di vita comune. Il titolo del disco è provocatorio, ma rivela pure l'attaccamento di Frah alla sua città di origine: «Regardez Moi è la scritta che un writer lasciò su un vecchio albergo costruito in occasione di Italia '90 dietro la stazione di Brescia e mai finito: con quella scritta gli occhi di tutti furono puntati su quello stabile dimenticato da anni. Avevo quattordici anni all'epoca, e l'accaduto mi rimase dentro», ha raccontato il rapper a Repubblica.

Rispetto alla scena italiana, Frah Quintale ha le idee chiare: «Finalmente ci sono progetti che nascono dal basso e che crescono, con una cura per il dettaglio che prima mancava, è un buon momento. Sono orgoglioso di farne parte».

 

 

 

 

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia