Arte

Lo zoo di Banksy (forse) è completo

Lo street artist ha terminato il suo London Zoo con un intervento all’esterno del vero zoo di Londra: le nove opere d’arte sono una denuncia alla cattività degli animali selvaggi
  • Gli animali di Banksy spuntati a Londra negli ultimi giorni
    Gli animali di Banksy spuntati a Londra negli ultimi giorni - Foto Ansa/ Epa/Andy Rain © www.giornaledibrescia.it
  • Gli animali di Banksy spuntati a Londra negli ultimi giorni
    Gli animali di Banksy spuntati a Londra negli ultimi giorni - Foto Ansa/ Epa/Andy Rain © www.giornaledibrescia.it
  • Gli animali di Banksy spuntati a Londra negli ultimi giorni
    Gli animali di Banksy spuntati a Londra negli ultimi giorni - Foto Ansa/ Epa/Andy Rain © www.giornaledibrescia.it
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    Gli animali di Banksy spuntati a Londra negli ultimi giorni - Foto Ansa/ Epa/Andy Rain © www.giornaledibrescia.it
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    Gli animali di Banksy spuntati a Londra negli ultimi giorni - Foto Ansa/ Epa/Andy Rain © www.giornaledibrescia.it
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    Gli animali di Banksy spuntati a Londra negli ultimi giorni - Foto Ansa/ Epa/Andy Rain © www.giornaledibrescia.it
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    Gli animali di Banksy spuntati a Londra negli ultimi giorni - Foto Ansa/ Epa/Andy Rain © www.giornaledibrescia.it
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    Gli animali di Banksy spuntati a Londra negli ultimi giorni - Foto Ansa/ Epa/Andy Rain © www.giornaledibrescia.it
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Ci sono quattro scimmie, un canide, tre pachidermi e alcuni pesci: è il «London Zoo» di Banksy che farà passare alla storia dell’arte contemporanea il mese di agosto del 2024. La prima metà del mese fa infatti da cornice a una delle opere seriali di guerrilla artistica più suggestive, pop e animaliste di sempre.

Lo stile

Il graffitaro inglese conosciuto per le graffianti e satiriche opere d’arte urbana – tra le più iconiche ci sono la bambina con il palloncino a forma di cuore (la «Balloon girl») e l’uomo mascherato che lancia un mazzo di fiori («Flower thrower») – usa la tecnica dello stencil per eseguire lavori che mischiano realtà ed elementi onirici, facendo riflettere attraverso lo straniamento.

Lo ha fatto anche stavolta: piazzando qua e là animali selvaggi in un ambiente estremamente urbano come quello di Londra ha portato davanti agli occhi del mondo intero la bellezza del mondo animale, ma anche la sua fragilità e la sua labilità in balia dell’essere umano. Soprattutto, ha parlato dell’assurdità della cattività. Parliamo già al passato, anche se è solo una supposizione: l’ultimo graffito comparso nella grande metropoli fa intuire una sorta di chiusura, ma chissà.

Gli animali, giorno per giorno

In ordine è andata così: il 5 agosto su una colonna nel quartiere di Kew Bridge è comparsa una capra in bilico.

Il giorno successivo l’artista ha tracciato due elefanti che sbucano da due finestre su un muro dell’elegante Chelsea. Il 7 agosto è stato il turno di tre scimpanzé penzolanti dal ponte della stazione ferroviaria di Brick Lane. Non sono state le uniche scimmie scelte da Banksy: l’ultima opera, quella di quattro giorni fa, ritrae un gorilla che alza la serranda metallica dello zoo di Londra (quello vero) per fare scappare una foca, delle farfalle, alcuni volatili e degli animali di cui si possono intuire solo gli occhi.

Prima di questo gorilla Banksy è riuscito a completare altre cinque opere. L’8 agosto a Peckham è comparso un lupo ululante alla luna. Il 9 ecco due pellicani che rubano del pesce proprio sopra un locale di fish and chips a Walthamstow. Il 10 agosto ha fatto il suo debutto una leonessa incatenata intenta a stiracchiarsi (o forse un gatto molto, molto grande): il luogo scelto è la struttura in legno di un cartellone pubblicitario abbandonato a Cricklewood. L’ 11 agosto dei pesci in un acquario traslucido sono comparsi su una cabina della polizia in zona St. Paul’s Cathedral, mentre il 12 è stata la volta di un rinoceronte montante una Nissan Micra abbandonata e impolverata vicino a Charlton.

I furti

Il lupo, va detto, ha subìto un destino diverso da quello degli altri animali, che ancora campeggiano sulle pareti scelte da Banksy. L’antenna parabolica è stata infatti immediatamente rubata da un trio di uomini mascherati, che armati di attrezzi e scala si sono arrampicati sull’edificio che ospitava l’opera, rubandola davanti agli occhi di chi passava di lì (e davanti alle numerose fotocamere che erano comprensibilmente puntate lì).

Lo stesso vale per la leonessa di Cricklewood: basta che il supporto sia mobile per far sì che qualche vandalo connaisseur si ingolosisca.

Chi è Banksy?

Il messaggio animalista lo si può intuire, sia per la coerenza del soggetto faunistico, sia per i trascorsi di Banksy, che in passato ha espresso il suo sostegno all’organizzazione Extinction Rebellion e che non ha mai nascosto i suoi intenti ambientalisti.

Chi sia l’artista non è invece (ancora?) dato a sapersi. Si dice sia di Bristol, città che prima di tutte ha visto comparire sui suoi muri le opere firmate dallo street artist. Si vocifera sia uno dei componenti dei Massive Attack – Robert Del Naja, in arte 3D, altro artista a cui peraltro Banksy ha dichiarato di ispirarsi. Si racconta molto, di lui, e si fanno anche tante mostre, spesso discusse per la loro istituzionalità. Ma il senso dell’arte di strada sta proprio nel mistero attorno ai suoi protagonisti e alle sue protagoniste: anche grazie all’anonimato possono esprimersi con libertà. Libertà di pensiero, ma anche di mercato.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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