Arte

La storia della Leica, la macchina fotografica per antonomasia

Con essa sono stati scattati il bacio a Times Square, il ritratto di Che Guevara e James Dean sotto la pioggia: foto iconiche tanto quanto lo strumento che le ha immortalate, che quest’anno compie un secolo
La produzione della M6 - Foto © Leica
La produzione della M6 - Foto © Leica
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Le foto in bianco e nero di Henri Cartier Bresson, Joel Meyerowitz, Gerda Taro, Elliott Erwitt, Barbara Klemm e Gianni Berengo Gardin, ma anche il ritratto di Ernesto Che Guevara di Alberto Korda e gli iconici scatti del bacio a Times Square, di James Dean in cappotto sotto la pioggia: c’è un minimo comune denominatore che si chiama Leica

La piccola macchina fotografica che ha rivoluzionato il mondo dello scatto continua, a cento anni dalla sua genesi, a essere celebrata come una pietra miliare della fotografia moderna. Dai prototipi della serie 0 alle edizioni contemporanee, la storia della Leica I (il primo modello) si intreccia con quella di grandi fotografi e delle grandi fotografe, con le rivoluzioni culturali e le innovazioni tecnologiche, acquisendo sul campo il titolo di macchina fotografica per antonomasia, quella con la emme e la effe maiuscole, custode di un secolo di storia e oggetto tra i più amati dai cultori delle immagini.

La storia della Leica

Presentata per la prima volta alla Fiera di Primavera di Lipsia nel 1925, la Leica I ha segnato l’inizio di un’epoca nuova, rivoluzionando il modo di catturare il mondo attraverso un formato compatto e maneggevole.

La storia della Leica inizia con la visione di Oskar Barnack, meccanico di precisione entrato nell’azienda Ernst Leitz Wetzlar GmbH (fondata nel 1869) nel 1911. Nel tempo libero coltivava la passione per la fotografia, ma soffrendo di asma era limitato dall’ingombro delle macchine dell’epoca. Fu così che concepì l’idea di una fotocamera più piccola, leggera ma capace di garantire un’altissima qualità d’immagine. Tra il 1913 e il 1914 diede vita alla cosiddetta Ur-Leica, un prototipo destinato a rivoluzionare il mondo della fotografia. Fu la prima macchina a utilizzare una pellicola cinematografica da 35 mm in orientamento orizzontale per impressionare fotogrammi da 24x36 mm, dando così origine all’ormai celebre formato Leica.

Oskar Barnack nel 1933 - Foto © Leica
Oskar Barnack nel 1933 - Foto © Leica

La strada verso la produzione di serie, tuttavia, non fu priva di ostacoli, anche per l’inserimento in un mercato incerto. Nel 1924 la decisione di rischiare fu incarnata dalle parole dell’imprenditore Ernst Leitz II che pose fine alla discussione dicendo: «Con la presente decido: correremo il rischio». Fu lì che si passò dai prototipi alla produzione della Leica I, che nel 1925 fece il suo debutto pubblico alla fiera di Lipsia.

Fotografia veloce, leggera, precisa

Tra il 1925 e il 1930 furono prodotti circa 57.000 esemplari della Leica I in diverse versioni: era, da subito, un oggetto di altissima qualità tecnica e artigianale. Anche per questo, impose il formato 24x36 su pellicola come standard mondiale.

La Leica I - Foto © Leica
La Leica I - Foto © Leica

La Leica I incarnò immediatamente la nuova fotografia, che era mobile, spontanea, intuitiva. Il formato compatto e leggero, il caricamento su pellicola da 35 mm, l’otturatore sul piano focale e la possibilità di scattare a mano libera permisero per la prima volta di cogliere la realtà in modo immediato e intimo. Nacque così un nuovo linguaggio visivo, aperto a pionieri della fotografia come Henri Cartier-Bresson e Robert Capa e a tutti i professionisti e le professioniste delle agenzie mondiali come Magnum, che furono in grado di raccontare storie attraverso il reportage e la fotografia di strada.

Dalla Leica I alla Leica M

A fare la storia della Leica è però anche la linea M, altro capitolo fondamentale nella narrativa della fotografia moderna. Nata come evoluzione tecnologica e culturale della celebre Ur-Leica di Oskar Barnack e presentata nel 1954 con il modello Leica M3, questa serie ha permesso un’altra svolta storica grazie all’introduzione del telemetro con obiettivi intercambiabili e l’innovativo innesto a baionetta LM. Nel corso dei decenni, la Leica M ha mantenuto intatta la sua essenza di eleganza e precisione meccanica, con un design che unisce compattezza, robustezza e una qualità ottica altissima.

La produzione della Leica M6 - Foto © Leica
La produzione della Leica M6 - Foto © Leica

Dal modello M6, che introdusse l’esposimetro integrato, fino alle recenti versioni digitali come la M11, la serie ha conservato quell’esperienza di scatto manuale che rende ogni fotografia un atto consapevole, quasi rituale. Ecco perché nonostante l’evoluzione digitale, la Leica continua a mantenere la propria aura artigianale e storica, mantenendo al centro il gesto del fotografare, la qualità dell’immagine e la capacità di cogliere l’essenziale del mondo che ci circonda. Con la spontaneità, la velocità e la qualità che guidarono Barnack.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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