Il «Mendicante moro» di Ceruti acquistato dagli Uffizi

Le Gallerie degli Uffizi hanno acquistato un’opera del pittore Giacomo Ceruti, «Il mendicante moro».
Si arricchisce così la collezione del XVIII secolo del museo fiorentino con un capolavoro che ne amplia la portata e la completezza. Fino a oggi la raccolta conteneva un solo dipinto di Ceruti – il «Ragazzo con cesta di pesci e granseole» – che ne attestava solo parzialmente l’importanza.
Chi era Ceruti
Nato a Milano il 13 ottobre 1698, Ceruti operò a lungo anche a Brescia, città che accolse parte della sua produzione più originale. È noto con il soprannome «Il Pitocchetto» per la sua inclinazione a rappresentare i ceti umili – mendicanti, artigiani, contadini – con un realismo e una dignità raramente trovati nella pittura del Settecento.

Nel «Mendicante moro» il soggetto è un uomo che, pur vestito di stracci e nell’atto di chiedere l’elemosina, viene ritratto con la solennità e l’attenzione al volto che normalmente spettavano ai ritratti nobiliari. Lo sguardo, intenso e vigile, restituisce un’umanità concreta e non stereotipata – un segno distintivo dell’arte di Ceruti.
Secondo il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Simone Verde, l’opera rappresenta «un unicum assoluto, questo ritratto pieno di classica monumentalità che stravolge le convenzioni iconografiche del suo tempo e allarga i confini culturali di un secolo in cui si fa strada la modernità e si affermano i valori dell’uguaglianza».
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