Desenzano futurista: Boccioni&co in mostra nelle sale del castello

«Per essere futurista basta amare ed odiare: odiare il conformismo, odiare l’ipocrisia, amar l’intelligenza, amar la libertà». Sono le parole dell’«Almanacco futurista» del 1977 di Enzo Benedetto (1905-1993) ad accogliere i visitatori della mostra «Mondo futurista», inaugurata nelle sale del castello di Desenzano, dove resterà allestita fino al 26 ottobre.
Ed è una delle versioni di «Forme uniche della continuità nello spazio» (1913- 1971/72) di Umberto Boccioni, per la prima volta esposta, a rappresentarne indubbiamente il pezzo forte. «È l’esemplare dello straordinario fonditore Francesco Bruni – precisa il presidente del Vittoriale, Giordano Bruno Guerri, curatore della mostra insieme allo storico dell’arte Matteo Vanzan –, che la tenne per sé e la mise in giardino, dove rimase fino a un anno fa. Dopo cinquant’anni trascorsi all’aria aperta, ossidata verde ma inossidabile a sole, notti, pioggia, fulmini, agenti atmosferici che non hanno mai fermato la corsa futurista, è libera di incantarci con la sua strabiliante bellezza».

La mostra
L’esposizione gardesana si propone di offrire una panoramica più ampia possibile del movimento futurista, raccontandolo non solamente nel suo aspetto di rinnovamento estetico, ma come la vera «rivoluzione d’intenti» estetici e formali che fu. «Il futurismo è un tratto tipicamente italiano dal valore universale – commenta il ministro della Cultura Alessandro Giuli, presente all’inaugurazione –. Non esistono mostre minori sul futurismo, e in questo momento Desenzano è il centro di irradiazione della bellezza futurista».
Nel 1909 Filippo Tommaso Marinetti scrisse: «Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova: la bellezza della velocità». Ed è proprio a questa esaltazione del dinamismo, a questa spinta inarrestabile verso il nuovo, che rende omaggio «Mondo futurista», attraverso una cinquantina di opere (oli su tela, disegni, studi preparatori, tecniche miste su tela e su carta, sculture, litografie e manifesti d’epoca) provenienti da collezioni pubbliche e private, e una selezione di testi disposti lungo un percorso che va da «Il lavacro dell’umanità» di Gaetano Previati (1901) al «Biliardo» di Renato di Bosso (1942-1943). Nel mezzo, opere iconiche, come la già citata scultura di Boccioni, insieme a lavori inediti e riscoperte, come «Maggio 1915» di Plinio Nomellini, presentato alla Biennale di Venezia del 1920, e la «Città Cosmica» di Italo Fasulo del 1940, esposta invece nella Biennale del 1942.
E ancora, «L’Arte dei Rumori» di Luigi Russolo e «Anti Biennale» di Fortunato Depero e, tra i testi, la prima edizione del 1910 di «Mafarka il futurista» e di «Zang Tumb Tumb» del 1914, entrambi firmati da Marinetti e da lui dedicati a Enrica Piubellini, poetessa futurista di origini trentine. In mostra anche opere di Cesare Andreoni, Giacomo Balla, Anselmo Bucci, Benedetta Cappa Marinetti, Luigi Bonazza, Bot, Tullio Crali, Giulio D’Anna, Fortunato Depero, Michele Falanga, Corrado Forlin, Marisa Mori, Uberto Bonetti, Tato e molti altri.
Velocità e progresso
L’innovazione e la rottura con la tradizione del futurismo si fanno ancora più potenti nelle sale del castello del XIII secolo: il dialogo tra le due epoche storiche contrappone la celebrazione della modernità, della velocità e il progresso tecnologico degli ideali futuristi all’atmosfera solenne e granitica medievale, come sottolinea Vanzan. «“Mondo futurista” – specifica il curatore – vuol essere uno spaccato su un movimento che, visto nella sua globalità, appare non solamente come rinnovamento estetico e stilistico, ma, a tutti gli effetti, come un “credo” compatto e unitario, in dialogo con uno “zeitgeist” che influì considerevolmente sulla spiritualità stessa di tutti gli artisti che sposarono gli ideali di Marinetti».
La mostra è aperta al pubblico fino al 26 ottobre, da martedì a domenica dalle 10 alle 18.30. Biglietto intero 10 euro, ridotto 5 euro. Per informazioni e prenotazioni di visite guidate ci si può rivolgere all’Ufficio cultura (tel. 030.9994161, cultura@comune.desenzano.brescia.it) o al Castello (tel. 335.6960209, desenzanocastello@gmail.com).
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