Arte

Altan premiato al Vittoriale: l’ironia come libertà di pensiero

Dalla Pimpa a Cipputi, il fumettista ha saputo raccontare la società italiana attraverso la lucida satira: lo ha premiato Giordano Bruno Guerri
Francesco Tullio Altan riceve il premio da Giordano Bruno Guerri
Francesco Tullio Altan riceve il premio da Giordano Bruno Guerri
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È stato Francesco Tullio Altan, questa sera, a ricevere il XVI Premio del Vittoriale. Nella cornice del Museo d’Annunzio Segreto, tra le luci del Garda e le stanze che conservano la memoria del poeta, il celebre fumettista ha ricevuto dalle mani del presidente Giordano Bruno Guerri la scultura firmata Mimmo Paladino, simbolo del riconoscimento che ogni anno la Fondazione assegna a chi ha saputo lasciare un segno profondo nella cultura italiana.

L’omaggio a un maestro dell’ironia

Autore della Pimpa e del metalmeccanico Cipputi, Altan è una delle figure più rappresentative della satira e del fumetto italiani. Nato a Treviso nel 1942, ha attraversato oltre mezzo secolo di storia nazionale raccontandone vizi, contraddizioni e sogni con un tratto inconfondibile e una lucidità che non ha mai smesso di essere attuale.

Il Vittoriale lo ha scelto – spiega la motivazione ufficiale – perché «la sua ironia raffinata sui temi più difficili, la sua eccezionale capacità di sintesi, il suo tratto inconfondibile fanno riflettere e sorridere, da oltre mezzo secolo, grandi e bambini con uguale maestria».

Un riconoscimento che, come sottolineato da Guerri, «celebra una libertà di spirito e di sguardo affine a quella di Gabriele d’Annunzio, al quale il Premio rende ogni anno omaggio attraverso personalità che, in modi diversi, hanno saputo incidere nella società, nella cultura e nell’immaginario collettivo».

Tra Pimpa e Cipputi, mezzo secolo di sguardo lucido

Nel 2025 si celebrerano peraltro i cinquant’anni della Pimpa, la cagnolina a pois rossi che ha accompagnato generazioni di bambine e bambini nella scoperta del mondo. Con lei, Altan ha inventato una nuova lingua visiva per l’infanzia, semplice e poetica, dove ogni gesto quotidiano diventa occasione di meraviglia.

All’estremo opposto, nelle tavole di Cipputi, l’autore ha saputo restituire il volto disincantato e arguto dell’Italia del lavoro e della politica: l’operaio che, con poche battute, smonta la retorica e fotografa l’assurdo della realtà. Due universi solo in apparenza lontani, uniti dallo stesso sguardo ironico e compassionevole.

Altan ha collaborato con i principali quotidiani e periodici italiani – dal Corriere della Sera a la Repubblica – pubblicando vignette che sono diventate un lessico condiviso della contemporaneità. Le sue opere hanno ispirato mostre, film e serie animate, portando nel mondo una visione dell’umorismo come strumento di pensiero critico, ma anche come forma d’arte capace di parlare a tutte le età.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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