Cultura

A ridosso del 2023 Regione Lombardia taglia i contributi al Ctb e al Grande

Il calo sarà del 55% e del 10% e riguarda la gestione del 2022. Ma preoccupa anche per i piani per la Capitale della cultura
TEATRI, LA REGIONE TAGLIA I FONDI
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A ridosso dell’ingresso nell’anno di Bergamo Brescia capitale italiana della cultura nel 2023 i teatri bresciani dovranno fare i conti con un taglio dei contributi da parte di Regione Lombardia.

Lo ha stabilito una delibera di Giunta approvata il 21 novembre che ha fatto insorgere sindacati e teatri prestigiosi come il Piccolo Teatro di Milano e la Scala, i cui lavoratori hanno già scioperato un giorno e hanno promesso di portare sul palco un appello alle istituzioni durante la prima di Boris Godunov, che il 7 dicembre inaugurerà la stagione lirica davanti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

A essere colpiti dalla «sforbiciata» ai contributi a Brescia sono il Centro Teatrale Bresciano e la Fondazione Teatro Grande, ai quali Regione Lombardia partecipa con contributi annuali di gestione. Nel testo del documento XI/7366 si legge che nel bilancio preventivo dell’associazione Centro Teatrale Bresciano approvato il 31 gennaio 2022 si prevedeva un contributo di Regione Lombardia per la gestione del 2022 pari a 200mila euro. Alla Fondazione Teatro Grande invece, come stabilito dalla specifica siglata il 29 novembre 2021, sarebbero spettati 120mila euro. Nessuna delle due somme sarà raggiunta: la Giunta ha deliberato un contributo di gestione per il Ctb pari a 90mila euro e per il Grande di 108mila euro, che quindi si troveranno in tasca rispettivamente il 55% e il 10% in meno.

Il Grande

Umberto Angelini, sovrintendente del Grande, durante la Festa dell'Opera 2021 - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
Umberto Angelini, sovrintendente del Grande, durante la Festa dell'Opera 2021 - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it

«Per quanto riguarda la Fondazione Teatro Grande si tratta di un taglio fisiologico che non mette a rischio la sostenibilità di bilancio» rassicura il sovrintendente Umberto Angelini. «È chiaro che l’impatto della delibera si sente di più nei teatri che ricevevano più fondi rispetto a noi e hanno avuto un taglio più grosso. Ovviamente non fa piacere a nessuno, ma pare essere nell’ordine delle cose visti il periodo e il taglio importante all’assessorato regionale alla Cultura, che quindi avrà agito di conseguenza. Spero sia solo un’eccezione dovuta alla contingenza e che nel 2023 si torni ad altri investimenti».

Il calo, per il Grande, è del 10% sulla stessa cifra (120mila euro) che era stata versata dalla Regione anche nel 2021 in quanto fondatore pubblico istituzionale. Secondo il sovrintendente, non basta quindi a compromettere l’andamento positivo di quest’anno per il principale teatro cittadino: «Il 2022 è un anno buono per il Grande - dice Angelini -. Abbiamo assistito a un grande ritorno del pubblico, la stagione dell’opera ha fatto il tutto esaurito e neanche il Covid ha annullato in modo considerevole la presenza dei 1300 artisti che ospitiamo». 

Il Ctb

Il pubblico in sala al Sociale - Foto New Reporter Papetti © www.giornaledibrescia.it
Il pubblico in sala al Sociale - Foto New Reporter Papetti © www.giornaledibrescia.it

Più pesante l’impatto della delibera regionale per il Ctb, che vede scendere il contributo da 200mila euro nel 2021 a 90mila per quest’anno. La somma è importante se si considera anche che a questo punto era già stata fatta una pianificazione di un certo tipo per il 2023, con l’idea di investire anche qualcosa di più per appuntamenti straordinari. Eventi che a breve il Cda dovrà soppesare attentamente con i nuovi conti alla mano.

Dal Ctb fanno sapere di aver scritto al Pirellone per sapere i motivi dei tagli (nella delibera non vengono specificati) e chiedere di valutare una possibilità di ritorno alla cifra dell’anno scorso. 

I tagli agli altri teatri

Le percentuali in negativo sono consistenti anche per gli altri teatri: Teatro alla Scala di Milano passa da un finanziamento previsto di 3.308.000 euro a 1.838.600, pari al -45%, - 55% di fondi anche al Piccolo Teatro da 1.891.000 euro a 850.950, l’Accademia d’arti e mestieri dello spettacolo del Teatro alla Scala vede un calo da 100.000 euro a 92.000 (-8%). 

Ieri a margine della conferenza stampa di presentazione della 77esima edizione delle Fiere Zootecniche Internazionali di Cremona al Palazzo Pirelli, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana ha dichiarato che «faremo di tutto per cercare di reperire qualche residua risorsa, un problema del quale dovremo parlare anche con il Comune di Milano perché evidentemente si riferisce a tutti i soggetti pubblici».

I sindacati

Per i sindacati Cgil, Cisl, Uil e Fials la delibera di Regione equivale a «un autentico accerchiamento che suona come un vero e proprio attacco alla Cultura. Riteniamo profondamente sbagliate queste decisioni perché mettono a rischio la sostenibilità economica degli enti coinvolti e rafforzano il sospetto che, per la politica, la cultura sia vista solo come un costo e non invece come un investimento per l'economia del Paese e per la sua utilità sociale».

In un comunicato congiunto i sindacati chiedono quindi alle istituzioni di «rivedere tali scelte, diversamente saremo pronti a valutare ogni forma di protesta». La prossima potrebbe appunto essere il flashmob del 7 dicembre alla Scala davanti alla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e a Mattarella.

Verso il 2023

Una panoramica del Teatro Grande - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it
Una panoramica del Teatro Grande - Foto New Reporter Favretto © www.giornaledibrescia.it

La comunicazione dei tagli arriva a pochi mesi del 2023, occasione per Brescia di investire sulla vita culturale come mai prima d’ora e farsi notare come polo culturale scardinando un po' la convinzione comune della città industriale e poco altro. Ne è convinto il sovrintendente del Grande, per cui «Brescia sarà la grande sorpresa del 2023: chi inizierà a conoscerla ne racconterà in giro la ricchezza culturale e artistica». L’anno della Capitale italiana della cultura «ci consentirà di fare qualcosa in più grazie anche ai contributi straordinari che avremo. Potremo investire su proposte più alte e artisti di livello, che speriamo attirino anche chi viene da fuori» si augura Angelini.

L’idea era nei piani anche del Ctb, che però dovrà fronteggiare un calo di 110mila euro di finanziamenti da Milano, nonostante sia riconosciuto come teatro di rilevante interesse culturale dal decreto 332/2017 del ministero dei Beni culturali.

Le sfide da affrontare per i teatri sono molte: dopo il Covid, che ha cambiato le abitudini di molti e ha messo a dura prova tutto il settore degli spettacoli, ora ci sono il caro energia e l’inflazione, ma è anche il momento per le istituzioni culturali di «capire come possono rispondere a fenomeni più ampi, come il disagio giovanile, le varie forme di povertà educativa dei minori e la socialità di anziani e fragili», prosegue Angelini. 

Certo per farlo servirà farsi anche i conti in tasca. E sarebbe stato quanto meno di migliore auspicio averle piene alle soglie dell'anno-vetrina per il lato culturale della città.

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