Cultura

A Palazzo Tosio la mostra su Basiletti, l'archeologo che svelò la Vittoria Alata

A 400 anni esatti dal via agli scavi del Capitolium, il 4 aprile inaugura l'esposizione a Palazzo Tosio a Brescia
L'ingresso del Museo romano di Brescia nell'opera di Faustino Joli
L'ingresso del Museo romano di Brescia nell'opera di Faustino Joli
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Un salto all’indietro nel tempo, esattamente di duecento anni, fino al 4 aprile 1823 quando presero il via gli scavi del Capitolium che avrebbero portato al disvelamento della Brixia romana e alla scoperta della Vittoria Alata. Uno sguardo contemporaneo, che legge l’avventura avviata dall’artista e archeologo Luigi Basiletti come un’impresa di ricerca e «fundraising» paragonabile a quelle vissute ai nostri giorni, e la sua vita come quella di un giovane curioso del mondo, «cervello in fuga» dalla città dove sarebbe ritornato arricchito di conoscenze e contatti, per partecipare ad uno dei cenacoli - quello dei conti Paolo e Paolina Tosio - intellettualmente più attivi dell’epoca.

A lui è dedicata la mostra «Luigi Basiletti e l’antico» che si inaugura a Palazzo Tosio esattamente il 4 aprile, a cura di Roberta D’Adda, Francesca Morandini e Bernardo Falconi, promossa dall’Ateneo di Brescia con Fondazione Brescia Musei e Comune. L’esposizione consentirà anche di visitare il palazzo di via Tosio 2, in città, opera dell’architetto Rodolfo Vantini, con le sale recentemente restaurate. Vera e propria casa-museo, la residenza Tosio ospitò il primo nucleo di opere collezionate dal conte Paolo e poi donate alla città, ora parte della pinacoteca Tosio Martinengo.

Il personaggio

Tra i motori del fenomenale movimento di arte e di pensieri nella Brescia del primo Ottocento ci fu proprio Basiletti. Poco più che ventenne, secondo la moda dell’epoca, intraprese il «grand tour» (oggi diremmo Erasmus) nell’Italia centro meridionale, toccando Roma - dove conobbe Antonio Canova -, Tivoli, Napoli, visitando scavi archeologici, appassionandosi all’antichità che alimentava la moda neoclassica, acquisendo un bagaglio di conoscenze e immagini, documentato in mostra da disegni e dipinti, che avrebbe dato i suoi frutti dopo il rientro a Brescia.

Proprio in città, negli anni Dieci dell’Ottocento entrò nel cerchio degli artisti e dei conoscitori attivi per Tosio, si occupò della decorazione del palazzo e del suo rinnovamento architettonico, affiancò il collezionista nella scelta e nella ricerca di opere d’arte e partecipò alla grande avventura degli scavi archeologici in città.

La mostra

Uno scorcio di Palazzo Tosio a Brescia, progettato dall'architetto Rodolfo Vantini - Foto Pierre Putelli/Neg © www.giornaledibrescia.it
Uno scorcio di Palazzo Tosio a Brescia, progettato dall'architetto Rodolfo Vantini - Foto Pierre Putelli/Neg © www.giornaledibrescia.it

Aperta fino al 3 dicembre (visita libera il 4, 6 e 8 aprile dalle 15 alle 17, poi su prenotazione il martedì e il giovedì alle 15, e il sabato e la domenica alle 15, alle 16 e alle 17, info www.ateneo.brescia.it) la mostra riannoda i fili della ricerca e valorizzazione condotta negli ultimi anni sul patrimonio archeologico cittadino, culminata con il restauro della Vittoria Alata e il riallestimento della sezione dell’Epoca Romana al museo di Santa Giulia.

Prossimo passo, l’apertura (prevista il 9 giugno) del Corridoio Unesco che collegherà senza soluzione di continuità e gratuitamente l’area archeologica con il Museo, attraversando i chiostri dell’ex monastero di San Salvatore e Santa Giulia fino al Viridarium.

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