Sessant’anni di dolcezza nel cuore antico di Brescia

Wilda Nervi
Importante traguardo per la Pasticceria «Bresciani» aperta nel lontano 1964 nel cuore del Carmine. Domenica grande festa per celebrare una storia fatta di dedizione e golosità
Passato e presente: Sara Gandini (col suo staff) con Franco Bresciani - © www.giornaledibrescia.it
Passato e presente: Sara Gandini (col suo staff) con Franco Bresciani - © www.giornaledibrescia.it
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Tra cannoncini, paste frolle, meringhe e bignè si può riconoscere l’autentica tradizione bresciana della pasticceria; quella che si distingue dal profumo intenso delle creme che ci ricordano un po’ l’infanzia lontana; quella che dalla qualità piuttosto che dalle mode trae il suo successo. E lo fa da ben sessant’anni. Un traguardo che riempirà piattini e bicchieri di tutti gli ospiti domani, domenica 14 aprile, per l’intera mattinata prima di concludere con l’aperitivo «imperiale» l’importante anniversario per la pasticceria «Bresciani», una festa che si svolgerà alla presenza della titolare Sara Gandini e del fondatore Franco Bresciani, che giusto due giorni fa ha tagliato il traguardo dei novant’anni.

Le origini

La pasticceria deve tuttora il suo nome a Franco che la rilevò nel 1964; esisteva già da moltissimo tempo ed era meta dei notabili che entravano nel vecchio quartiere del Carmine, proprio dove erano i lavatoi pubblici sotto la pensilina, per comprare le paste la domenica. Una storia che continua con Sara, entrata in pasticceria nel 1990, dopo quindici anni come capocuoca in una clinica.

«Per oltre un anno, Franco Bresciani mi ha affiancata insegnandomi tutti i suoi segreti – racconta Sara -. Mi ha trattata davvero come una figlia e gli sarò grata per sempre per quanto mi ha trasmesso».

Le ricette della pasticceria sono quelle storiche; su tutte brillano le meringate e i famosi cannoncini ripieni di crema pasticcera che negli anni hanno attraversato la penisola portando Brescia sulle tavole italiane. Sara Gandini si è appassionata all’arte pasticcera al punto che difficilmente lascia il suo lindo laboratorio, dove l’aiutano sette dipendenti e molti di rinforzo per completare il proprio curriculum di studente con lo stage in via Carmine 49.

Amarcord

La pasticceria è uno scrigno vero e proprio, dove il via vai è intenso e dove alle pareti sono incorniciati i ringraziamenti speciali lasciati dai clienti «innamorati» dai sapori e dai profumi di dolci che inevitabilmente riportano tutti all’infanzia e alle tradizioni domenicali di tutte le famiglie bresciane. A Natale, qualche anno fa, Sara ha ricevuto un regalo speciale da un cliente affezionato. Nipote di un pasticciere milanese, l’anziano signore le ha donato un biglietto di ringraziamento, datato 1899, scritto e autografato da Giuseppe Verdi, che ringraziava il nonno per il dolce «Nabucco», firmato proprio dalla «progenitrice» diciamo così, della pasticceria «Bresciani».

«Questa creazione mangiabile - scrisse nel biglietto in questione Verdi - è migliore di quella cantabile».

Oggi, la piccola vetrina e il bancone luccicano come sempre, colme di dolci e cioccolatini di varie fogge e decori. È rimasta intatta l’attività che ha reso famosa via Carmine ben oltre i confini cittadini. Che ha mantenuto intatta l’operosità di questa piccola porzione del centro storico, accrescendone il lavoro e la frequentazione grazie ad un pizzico... di dolcezza. 

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