Cucina

Maurizio Sarioli ha vinto una gara con il panettone «senza confini»

Il panettiere di via Musei ha conquistato il primo posto a una competizione con molti professionisti e una giuria internazionale
Maurizio Sarioli premiato alla Panettoni senza confini
Maurizio Sarioli premiato alla Panettoni senza confini
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«Quando ho saputo di aver vinto mi sono messo a piangere come un bambino: da tre mesi, ogni domenica, anziché riposare provo e riprovo a fare panettoni in grado di conquistare una giuria così prestigiosa. E alla fine, con grande impegno, ce l’ho fatta».

Maurizio Sarioli, con parole piene di gioia ed emozione, racconta così il successo ottenuto nella competizione «Panettone senza confini»: «Sono arrivato primo nella categoria professionisti - racconta il fornaio bresciano -. Dopo una prima selezione a Cast Alimenti, oggi (ieri per chi legge, ndr) eravamo in dieci, a Savona, a sfidarci a bordo della Costa Fascinosa. I più, in questa gara, venivano dalla Campania. Sono orgoglioso di aver vinto contro colleghi molto preparati e abituati a questo tipo di sfide e di aver in un certo senso riportato al Nord il panettone».

A giudicare, affiancato da altri esperti, c’era il maestro bresciano Iginio Massari. La giuria, sottolinea Sarioli, «era internazionale e di altissimo livello». Lui ha portato un panettone tradizionale, tipo Milano, senza glassa, con la croce in superficie e, all’interno, i canditi di arancia e cedro e l’uvetta. Ad aver fatto la differenza, secondo Sarioli, «è stato l’equilibrio tra burro, uova, zucchero e aromi naturali del mio panettone. Ho usato tutte materie prime fresche e un lievito madre che in tre giorni rinfresco ben sette volte affinché nel prodotto finale non rimanga l’acidità».

Sarioli, titolare della forneria di via dei Musei che porta il suo nome, fa il fornaio da quando aveva 13 anni. Fondamentali sono stati gli insegnamenti del padre, che faceva lo stesso lavoro. Da 25 anni, oltre a sfornare pane di ogni tipo, realizza anche panettoni, colombe e bossolà: «I primi esperimenti sono stati catastrofici, ma non mi sono arreso: quegli errori mi hanno aiutato a trovare la giusta strada». Una strada che ha portato Sarioli a presentarsi davanti ai giudici della Costa Fascinosa con l’umiltà di chi vuole imparare dai grandi. La stessa umiltà che lo accompagnerà a gennaio, durante il Sigep, alla Coppa del mondo. «Volete sapere una curiosità? Tra gli amatori ha vinto una bergamasca. Abbiamo rappresentato il lato dolce della Capitale della Cultura». 

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