A Vestone venti persone sono senza acqua calda da aprile

Ubaldo Vallini
Sono i residenti del condominio comunale «Ex Caserma Chiassi», dove manca anche l’elettricità negli ambienti comuni. Il problema è legato ai tanti intoppi burocratici
L'«Ex Caserma Chiassi» - © www.giornaledibrescia.it
L'«Ex Caserma Chiassi» - © www.giornaledibrescia.it
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Una vicenda che ha dell’assurdo continua a pesare sulle spalle degli inquilini del condominio comunale «Ex Caserma Chiassi» di Vestone, dove da aprile manca l’elettricità nelle parti comuni. Dopo la dolorosa decisione di Giuliana Brunori, 79 anni, costretta a traslocare per l’impossibilità di vivere senza acqua calda e con le scale al buio, della quale abbiamo già riferito, restano circa venti persone a convivere con la stessa emergenza.

I fatti

Il nuovo amministratore, nominato nel corso di quest’anno, ha tentato di sbloccare la situazione aprendo richieste di intervento a Unareti (gestore della distribuzione) ed Enel (fornitore commerciale). Ma la pratica si è arenata tra intoppi burocratici e cavilli tecnici: inizialmente la domanda era stata aperta come «bifase» invece che «trifase», poi, una volta corretta, è emerso un «blocco amministrativo» legato alle vecchie insolvenze, nonostante il debito di 17mila euro sia stato saldato già a luglio. Ogni tentativo di aggirare l’ostacolo è fallito: persino l’idea dell’amministratore di intestarsi personalmente il contatore non ha avuto successo, perché il Pod (punto di prelievo) resta sempre lo stesso, anche in caso di voltura.

«Situazione assurda»

«Non so più cosa fare, è una situazione assurda», ammette l’amministratore, che aveva persino pensato di intestarsi il contatore a titolo personale per poi restituirlo al condominio. A rendere il quadro ancora più paradossale c’è un altro aspetto: in questi mesi l’Amministrazione comunale ha assegnato due nuovi alloggi nello stabile, collocando altre famiglie in un condominio che però rimane privo di luci, campanelli e caldaia. Gli inquilini, molti dei quali in regola con affitto e spese, vivono una quotidianità sempre più difficile.

Le testimonianze

«Per contratto non possiamo nemmeno installare una stufetta o un boiler. Come faremo quando arriverà il freddo?» si chiede preoccupata Maria Pia, una residente che, pur avendo sempre pagato, è costretta a soluzioni di fortuna. «Sono fortunata – racconta – perché a giorni alterni posso andare a lavarmi da mia sorella, altrimenti dovrei scaldare pentole d’acqua sul gas, come fanno altri qui dentro».

Una vicenda paradossale, che tra cavilli tecnici e rimpalli di responsabilità, lascia nel buio e nell’incertezza chi da anni abita negli appartamenti comunali di Vestone, così come chi vi si è appena trasferito.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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