Valditara a Brescia: «Anche alle superiori via la geostoria»

Il ministro dell’Istruzione e del merito ha ribato la volontà di approfondire lo studio dell’Occidente. Ieri la visita a Torbole Casaglia e Remedello
Il ministro Giuseppe Valditara duranta la sua visita nel Bresciano - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it
Il ministro Giuseppe Valditara duranta la sua visita nel Bresciano - Foto Gabriele Strada Neg © www.giornaledibrescia.it
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Ad accoglierlo c’erano sia i piccolissimi sia gli adolescenti. E prima di salutarli e ripartire, scuola dopo scuola, il messaggio che ha voluto lasciare loro è stato lo stesso: «Fate scelte coerenti con i vostri talenti. Ricordatevi sempre di essere orgogliosi di chi siete: potete realizzare i vostri sogni. Ricordate i nostri valori: patria, rispetto, persona umana al centro e buona fede, che significa sapere dire sì e no, riconoscere il vero dal falso, non ingannare e rispettare la legge per non prevaricare sull’altro».

La giornata bresciana del ministro dell’Istruzione e del merito Giuseppe Valditara è iniziata a Torbole Casaglia e si è conclusa a Remedello dove, prima di risalire in auto in direzione Mantova, ha pranzato all’osteria «da Pencio».

Ministro, sono ancora molti i poli scolastici che hanno bisogno di manutenzione: s’investirà oltre il Pnrr?

In Lombardia c’è un investimento complessivo sulla scuola di oltre due miliardi e 300 milioni: si tratta dell’investimento più rilevante che ci sia mai stato. Con questi fondi andiamo a ristrutturare complessivamente circa il 20 per cento del patrimonio edilizio scolastico e non solo con i contributi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma anche con finanziamenti statali: è bene ricordarlo. Questo vale anche per la dispersione scolastica, che in alcune aree della nostra regione è purtroppo ancora significativa. È dunque importante intervenire per garantire un futuro degno a tutti i nostri giovani. Lo abbiamo fatto anche con Agenda Nord.

Per formare i giovani servono però i docenti: c’è una carenza ormai cronica, soprattutto per garantire il sostegno...

Con Indire (Istituto nazionale documentazione innovazione ricerca educativa) andremo a specializzare alcune decine di migliaia di docenti precari di sostegno e questo faciliterà il reclutamento per i prossimi anni scolastici. I corsi di specializzazione partiranno già ad aprile e si concluderanno a giugno.

Nelle indicazioni nazionali per scuola dell’infanzia e primo ciclo d’istruzione troviamo lo studio della Bibbia e la centralità dell’Occidente. C’è chi la accusa di alimentare la divisione. Cosa risponde?

La Bibbia è una grande testimonianza culturale. Chi parla poi di scontro di civiltà dice una sciocchezza. Il punto è che dobbiamo sapere da dove veniamo e chi siamo per sapere dove vogliamo andare: senza identità non abbiamo futuro e non possiamo nemmeno integrare chi vuole vivere con noi.

Insegnamento dell’informatica già dalla primaria e uso dell’Intelligenza artificiale: è un modo per recuperare il tempo perduto su questo fronte?

Abbiamo investito, e non a caso, su questo capitolo, utilizzando anche fondi europei: parliamo di 600 milioni di euro per la formazione rispetto alle materie Stem (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica), a cui si aggiungono 2 miliardi e 100 milioni di euro per la digitalizzazione della nostra scuola. Non solo: stiamo modificando i programmi scolastici e questo significa introdurre degli elementi basilari di informatica già alla primaria. Siamo fra i primi Paesi al mondo a sperimentare l’applicazione dell’intelligenza artificiale alla didattica proprio per personalizzarla sempre di più. Non puntiamo solo alla conoscenza di questa tecnologia, ma anche al corretto utilizzo. È in questo modo che stiamo facendo importanti passi in avanti per recuperare un gap formativo ereditato dal passato.

Lei ha annunciato che il Ministero è al lavoro anche sui programmi delle scuole secondarie di secondo grado. Ci può dare qualche anticipazione?

Sì, siamo al lavoro anche sulle indicazioni che riguardano la didattica delle superiori. Sicuramente verrà eliminata la geostoria: questa è una decisione già assunta, più spazio a storia e alla geografia. E anche in questo caso, come per i cicli precedenti, ci sarà una particolare attenzione alla storia dell’Occidente. La matematica e le materie Stem saranno inoltre insegnate partendo dalla realtà concreta e dall’esperienza laboratoriale.

Dietro il ritorno del latino alle scuole medie, c’è l’idea di rilanciare e di «riformare» il liceo classico?

Vogliamo sicuramente valorizzare il classico nella sua modernità, in prospettiva, ci stiamo ragionando, concentrandoci in particolare sull’offerta didattica: non scordiamo che si tratta di una scuola che conserva ancora una sua importante attualità. Avere qualche dimestichezza con la lingua latina ci aiuta a comprendere meglio la nostra lingua, nonché le basi culturali della nostra civiltà. Il latino è una grande palestra di logica, abitua al ragionamento: abbiamo bisogno di giovani abituati a riflettere.

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