Valcamonica, mistero e fascino fin dall’antichità: le incisioni rupestri

Le origini dal Paleolitico all’Età del rame che la rendono unica al mondo per la presenza delle incisioni, la dominazione romana che ha dato il nome ad alcune comunità e ha lasciato importanti testimonianze epigrafiche, l’inizio del Medioevo che qui coincise con l’introduzione del cristianesimo.
La storia
La Valcamonica è un territorio di misteri e di fascino, di storia e di tracce umane quando altrove vi erano solo animali. La storia della valle inizia dalla fine dell’ultima glaciazione, con le più antiche testimonianze della presenza antropica. È impossibile stabilire se l’area fosse abitata anche in epoca anteriore, dato che il ghiacciaio (che si protraeva fino in Franciacorta per oltre cento chilometri) avrebbe comunque cancellato ogni segno umano antecedente la sua espansione. Recenti scavi presso la rupe di Santo Stefano a Cividate Camuno hanno comunque evidenziato un fondo di capanna attribuibile al Paleolitico superiore (risale al XII millennio a. C.).
L’Europa Antica
A partire dal VII millennio a. C. iniziò a diffondersi in tutta Europa la civiltà agricola e stanziale nota come Europa Antica e le valli alpine furono toccate dal processo nel VI millennio a. C. Con l’Età del rame in Valcamonica si affermò una prima metallurgia e vi furono miglioramenti nell’agricoltura, nell’allevamento, nella tessitura e nei trasporti, con l’introduzione della ruota e del carro.
L’Età del Bronzo e del Ferro
Durante l’Età del bronzo si affinano le tecniche artigianali, soprattutto metallurgiche, e il territorio fu ripartito tra gruppi in lotta tra loro. Non è un caso che le incisioni rupestri risalenti a questo periodo rappresentano soprattutto armi. La scoperta della lavorazione del ferro fu notevolissima per quel popolo che nelle fonti romane è ricordato come «camunni»: la valle possedeva numerose miniere di questo minerale, tanto che molte rimasero attive fino a metà del XIX secolo. Fu questo il periodo di massima attività nella creazione di incisioni rupestri: è databile all’Età del ferro quasi l’80% dell’intero patrimonio finora scoperto.
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