Una mappatura per capire come sono messi i territori con i servizi per le disabilità

Un progetto che si pone come leva di cambiamento sociale. Partendo, innanzitutto, dall’analisi dei punti di forza e di debolezza dei territori per poter poi intervenire e colmare le «lacune».
Con il «marchio» consegnato ieri all’ambito Valle Camonica sono già tre, nella nostra provincia, le realtà Cad, il progetto delle «Comunità amiche della Disabilità».
Bassa
Le prime informazioni sono arrivate dai venti comuni riuniti nell’ambito 9 della Bassa bresciana centrale: la ricerca ha evidenziato una carenza nella collaborazione in rete delle molte associazioni che si occupano del mondo della disabilità.
Valsabbia
Dai 27 comuni riuniti nell’ambito 12 Valle Sabbia, invece le criticità emerse nei servizi e nei sostegni per le persone con disabilità riguardano la rete dei trasporti, ma anche la carenza di Associazioni di familiari sul territorio.
Valcamonica
Ieri la condivisione dei dati raccolti nei comuni dell’ambito territoriale di Valle Camonica. Dalle interviste qualitative e dall’analisi documentale dell’esistente alla Valle è stato attribuita una valutazione alta (punteggio 2,95 su un massimo di quattro).
Da evidenziare la vivacità del territorio nei servizi e nelle attività di supporto alle famiglie delle persone con disabilità. Zero punti, dunque molto da lavorare su questo, derivano dalla mancanza di Servizi per la Salute mentale dedicati a persone con disturbi del neurosviluppo e, anche, dal fatto che non ci siano persone con disabilità nei consigli direttivi.
La mappatura
Con il via libera, lo scorso 30 gennaio, dall’assemblea dei sindaci dell’ambito dei comuni di Brescia e Collebeato, la mappatura dell’esistente continuerà anche su questa significativa parte di territorio abitata da 240mila persone. Il punto sul progetto di vita e co-programmazione è stato fatto ieri, non a caso, nella sede di Intesa Sanpaolo, a Brescia Due con l’intervento di Alessandra Locatelli, ministro per la Disabilità (ne riferiamo nella pagina accanto).
Stesso luogo in cui lo scorso ottobre è stato annunciata la nascita della struttura, che ha sede a Brescia e che governerà le donazioni rivolte al sociale e al Terzo Settore, per le quali la Banca ha stanziato 1,5 miliardi di euro nei prossimi cinque anni.
«Il progetto Cad nasce da un approccio in cui crediamo, che mira alla costruzione di reti di prossimità in cui le giuste alleanze fra privato, pubblico e privato sociale possono fare davvero la differenza – ha dichiarato Paolo Bonassi, responsabile Strategic Initiatives and Social Impact Intesa Sanpaolo –. Apriamo ancora una volta le porte delle nostre sedi bresciane a realtà del Terzo Settore che operano sul territorio e continueremo su questa strada, con particolare attenzione a questa città che ospita la sede della nostra nuova struttura dedicata al Sociale. La nostra non sarà solo una semplice erogazione economica, ma si tradurrà nell’affiancamento delle iniziative che mirano a creare reti di prossimità solide e coese. Il Cad è un valido esempio di questo indirizzo strategico».
La giornata di studio
Quali sono le caratteristiche che rivelano le capacità di un territorio nel suo complesso di garantire alle persone con disabilità la prospettiva di una vita adulta, all’insegna del benessere, dell’appartenenza e della realizzazione di sé? È questa la domanda che ha generato la nascita del progetto Cad (Comunità Amiche della Disabilità) con il quale Fondazione Asm, Fondazione Villa Paradiso e Congrega della Carità Apostolica hanno avviato un percorso di ricerca insieme alla Società italiana per i disturbi del neurosviluppo.
Una giornata di studio, quella di ieri pomeriggio, molto partecipata, con al centro del dibattito i servizi e i sostegni per le persone con disabilità. Filo conduttore la costruzione di un progetto di vita di cui queste persone sono titolari, partendo da alcune domande di fondo: «Queste persone sono felici? Riescono ad essere protagoniste del loro progetto? Riusciamo, tutti, ad accettare le contraddizioni di una vita, quella di tutti, in cui non è vero che tutto faccia schifo e nemmeno che tutto vada bene? ».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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