CronacaBassa

Nonna Luigia, un secolo tra calcio e minestra

Viviana Filippini
La donna ha festeggiato i 100 anni nei giorni scorsi con i figli Franco, Angelo e Antonio, le nuore, i quattro nipoti e una pronipote
La signora Luigia con i parenti - © www.giornaledibrescia.it
La signora Luigia con i parenti - © www.giornaledibrescia.it
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Sono 100 le candeline per Luigia Passi di Verolanuova. Un traguarda festeggiato nei giorni scorsi con i figli Franco, Angelo e Antonio, le nuore, i quattro nipoti e una pronipote. Non potevano mancare gli auguri dell’Amministrazione comunale Carlotta Bragadina, assessore ai Servizi sociali e Stefano Zanoli, assessore ai Giovani e tempo libero.

Classe 1925, Luigia ricorda che in gioventù lavorò per qualche mese all’asilo Boschetti. Poi, l’incontro con Serafino Azzini, l’amore della vita, e il matrimonio nel 1953. Da quel momento Luigia ha sempre lavorato nei campi, come faceva il marito, e si è occupata dei figli. «Sono dei tesori - dice nonna Luigia -, sempre presenti, anche se a volte si preoccupano un po’ troppo facendomi tante raccomandazioni, ma lo fanno perché mi vogliono bene».

Luigia vive da sola, però Franco, Angelo e Antonio, ogni giorno, passano per prepararle il pranzo, la cena e sistemare un po’ la casa. Sempre presenti anche le nuore accanto a nonna Luigia, che ogni domenica va a pranzo da loro, a rotazione. Le su passioni sono guardare il calcio (è tifosa del Brescia) in tv e prendersi cura di fiori e piante. E, a tavola, adora la minestra -che non deve mai mancare-, le tagliatelle con i funghi porcini e la polenta. Tra i tanti ricordi della centenaria ci sono il lavoro da contadina con gli «scarfoi», quando toglieva le foglie secche del grano per sgranare poi le pannocchie.

E ancora don Vito, don Benedetto e don Marco, i preti che erano presenti negli anni Cinquanta in paese, ma anche il fatto che lei, essendo di costituzione gracile, prendeva spesso le vitamine e che la sua merenda preferita era l’immancabile fetta di pane con l’olio e sale, alternata alla polenta nel latte. Un piatto che a casa chiamavano «Scalofö». «Mamma Luigia – dicono i figli – è sempre state una mamma buona e presente, anche se a volte eravamo noi un po’ troppo vivaci e lei doveva richiamarci all’ordine, ma lo faceva per il nostro bene».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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