Uccise la madre, Andreoli ai giudici: «Vi chiedo pietà e una pena giusta»

«Ho fatto la cosa più brutta sulla terra, orribile. Ho ucciso la mia mamma, non so come ho potuto, è stato un blackout di due minuti. Un momento di rabbia infinita. Sono esploso, non ho capito più niente, non sono riuscito a fermarmi».
A parlare è Ruben Andreoli, il 48enne magazziniere di Sirmione a processo per aver ucciso a calci e pugni la mamma Nerina Fontana il 15 settembre di due anni fa. Andreoli si è rivolto ai giudici della corte d’assise prima che si ritirassero in camera di consiglio per decidere del suo destino. Attraverso dichiarazioni spontanee ha raccontato quegli istanti, i giorni che hanno preceduto l’omicidio, ma ha anche chiesto scusa ai suoi parenti e a sua moglie.
«Tutto è cominciato con un litigio stupido il martedì 5 settembre, poi io e mamma non ci siamo più parlati per dieci giorni – ha detto Andreoli – nessuno voleva cedere per primo. Non sapevo più cosa fare. Venerdì 15 settembre le chiedo che fine hanno fatto le foto del mio matrimonio e cominciamo a litigare. Escono tutte le cose brutte accumulate negli anni. La morte del papà, la perdita del bambino. Mi diceva che non sarei stato in grado di affrontare un figlio con tutte quelle gravi patologie. Mi è crollato il mondo addosso. Non ci ho più visto. Ho perso il controllo. Ho distrutto tutto il mio mondo».
Perdono
Andreoli dice che non potrà mai più riprendersi. «Quello che ho fatto me lo porterò dentro per sempre. Non ho ucciso solo la mamma, ma ho ucciso anche me stesso quel giorno». Il 48enne si è rivolto anche ai parenti. Ha chiesto il loro perdono e la loro vicinanza. «Per favore, vorrei tanto riuscire a sentirvi e avere qualcuno della famiglia vicino. Lo so che è dura per voi, ma mi serve qualcuno vicino in questi momenti difficili. Altrimenti non ce la faccio».
Infine si è rivolto ai giudici: «Vi chiedo solo di avere un po' di pietà, vi prego – ha detto ancora Andreoli – datemi solo una possibilità. Datemi una pena giusta». Raccolte le sue dichiarazioni spontanee la Corte presieduta da Roberto Spanò si è ritirata in camera di consiglio. La sentenza è attesa nel pomeriggio.
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