Fnm: «La linea Bs-Edolo non sarà più veloce, ma più ecologica»

La riapertura delle scuole dopo Carnevale è il vero banco di prova per il tratto ferroviario chiuso da questo fine settimana: i vertici di Ferrovienord sono saliti a Breno per spiegare i progetti
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Per la prima volta, perlomeno a memoria dei presenti, i vertici di Ferrovienord al gran completo sono saliti in Valcamonica, a Breno, per spiegare i progetti sulla linea Brescia-Edolo, in particolare quello dell’Idrogen valley, e la conseguente decisione di chiudere, dal 1° marzo al 7 settembre, la tratta tra Marone ed Edolo.

Un po’ fuori tempo massimo, visto che l’interruzione è operativa da sabato e che nessun correttivo è ora applicabile, ma comunque un segnale per il territorio. Segnale «oliato» dal consigliere regionale Diego Invernici e favorito dalla nomina, dopo 15 anni, di un consigliere camuno nel Cda di Fnm (la commercialista Teresa Federici).

L’incontro

La presentazione - © www.giornaledibrescia.it
La presentazione - © www.giornaledibrescia.it

Il consigliere delegato Fulvio Caradonna e il direttore generale di Fnm Marco Piuri, insieme agli ingegneri responsabili dei progetti, hanno illustrato le attività in corso, gli interventi programmati nei prossimi mesi del progetto H2IseO e i lavori previsti durante l’interruzione della linea. Informazioni per la maggioranza già note, ma che messe a sistema e focalizzate sul territorio camuno hanno permesso ai tanti sindaci presenti e al presidente della Comunità montana Corrado Tomasi di mettere a fuoco l’operazione.

Il tema principale

È toccato a quest’ultimo far sintesi delle richieste delle istituzioni e dei cittadini, evidenziando che l’esigenza maggiore è abbattere i tempi di percorrenza, ritenuti troppo lunghi. Diversamente, ha detto, il maxi progetto «fa fatica a essere capito».

La risposta non lascia margini a trattative: non esiste oggi tecnologia in grado di migliorare i tempi di percorrenza; il progetto va piuttosto visto in termini ambientali e di valore industriale. Ci sono disagi, poi, per l’impossibilità a trasportare le bici sui bus sostitutivi, a danno del turismo estivo, e per il trasporto disabili.

Invernici ha volto l’interesse piuttosto su «un’evidente attenzione al territorio camuno, ai grossi investimenti di cui è destinatario, alle Infrastrutture, alla messa in sicurezza della tratta e al fatto che, dopo anni, viene modernizzata la linea, con un progetto pilota da 400 milioni». «È un dovere essere qui – ha sottolineato Caradonna –: si tratta di un’operazione unica in Italia, già sperimentata all’estero, ad alto investimento e alto impatto ambientale».

Resta la preoccupazione per i mesi di chiusura, con la giornata di mercoledì che è il vero banco di prova, con la riapertura delle scuole dopo il carnevale.

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