Filtri al telemarketing, le associazioni: «Difficile che funzionino»

Adiconsum e Motucore: «Primo passo doveroso, ma c’è sempre il dubbio che il blocco venga aggirato»
Cuffie e computer in un call center
Cuffie e computer in un call center
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Regna l’incertezza e un certo pessimismo tra le associazioni dei consumatori bresciane. Perché «lo stop dell’AgCom è sicuramente un primo passo doveroso», ma «resta difficile che funzioni realmente». È questo il sentimento comune a poche ore dell’entrata in vigore dello stop, che prevede multe salatissime per gli operatori che non fanno da filtro ai numeri camuffati.

Motucore

«C’è sempre il dubbio che il blocco venga aggirato – spiega Fabio Scozzesi, presidente Motucore, Movimento per la Tutela e il Consumo Responsabile, di Acli Brescia –. Com’era accaduto per il Registro delle opposizioni che sembrava la soluzione a tutti i mali del telemarketing, ma quasi non ha sortito effetto e anzi ha spinto queste aziende a spostarsi all’estero e a mascherare i numeri». Di certo, continua Scozzesi, «finora mettere una toppa non è stato sufficiente. D’altronde la tecnologia è in continua evoluzione e quindi i tentativi di superamento dei blocchi telefonici sono costanti».

Adiconsum

Anche il presidente di Adiconsum Brescia, Giovanni Punzi, non si mostra particolarmente entusiasta: «Non abbiamo ancora effettuato studi approfonditi sulla misura, ma pensiamo che ci saranno ancora problemi e che le aziende del settore aggireranno l’ostacolo. Non sarà un provvedimento risolutivo, né da oggi con il primo step né da novembre». Le segnalazioni dei bresciani agli sportelli, d’altronde, sono continue: tentate truffe, contratti non richiesti, chiamate continue (anche 5 al giorno). Nell’elenco delle lamentele c’è di tutto. E qualcuno, nel mucchio, finisce nella morsa della truffa. È il cosiddetto phishing, pratica illegale che prende di mira soprattutto soggetti deboli o con conoscenze digitali scarse.

Al Motucore Acli «riceviamo soprattutto segnalazioni di telefonate di contratti non richiesti», spiega Scozzesi. Mentre negli uffici di Adiconsum gli utenti riferiscono agli operatori di essere stanchi di continue pressioni «ma si mostrano molto attenti perché ormai abituati – rivela Punzi –. Molti hanno anche solo paura di rispondere al telefono».

I problemi

Non mancano però i problemi: «Alcuni ospedali, ad esempio, confermano la prenotazione di una visita specialistica telefonicamente e molti non rispondono perché pensano si tratti di telemarketing aggressivo». A difesa dei consumatori, comunque, qualcosa è cambiato negli ultimi tempi: «Da alcuni mesi, grazie ad un accordo tra associazioni dei consumatori e l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, i contratti online non hanno più valore se non sono suffragati dal contratto cartaceo o inviato via mail – conclude il presidente Punzi –. Questa è sicuramente una norma positiva che almeno ha messo dei paletti alla selvaggia sottoscrizione verbale di contratti».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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