Surf challenge sul treno a Iseo, la Polizia sta indagando sui social

La Polizia Ferroviaria ha acquisito le immagini girate su Internet e lavora per identificare, e denunciare, i ragazzi protagonisti
Alcuni frame del video girato sopra il treno sul Sebino
Alcuni frame del video girato sopra il treno sul Sebino
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Le immagini dicono tutto. Non servono commenti. E infatti gli autori le hanno postate sui propri profili così, solo indicando «#trainsurfing at Iseo». Si tratta dell’ennesima sfida, challenge nel linguaggio dei social, che spinge i ragazzi a mettersi in pericolo. In questo caso è necessario salire sul tetto di un treno e filmarsi mentre questo viaggia, alzandosi ed abbassandosi per evitare ponti, gallerie, semafori e altri segnali.

Sul Sebino

Da qualche giorno, con gli hashtag #estate2025 e #viral, rimbalza da un profilo all’altro un video realizzato sul tetto di un convoglio della Brescia Iseo Edolo, nel tratto tra Iseo e Marone. Le persone sopra, in senso letterale, il treno sono almeno due: una regge il telefono che riprende, l’altra si vede meglio anche se non è mai distintamente ripresa in faccia.

Quando i vagoni arrivano nei pressi di una galleria i ragazzi si accucciano e quando sono passati oltre si rialzano. Un comportamento pericoloso che mette a rischio oltre ai ragazzi anche la sicurezza dei viaggiatori e di tutta la linea. Per questo la Polizia Ferroviaria ha aperto una indagine, per ora contro ignoti, per dare un nome e un volto alle persone che sono salite sul treno. Per questo la polizia giudiziaria ha acquisito le immagini e chiesto alle piattaforme social di fornire i dati degli utenti.

Le prime valutazioni portano a cercare i responsabili fuori dalla provincia di Brescia, tra tiktoker e youtuber che hanno nelle sfide social sui treni il loro primo obiettivo e che postano video realizzati in diverse parti d’Italia.

Il fenomeno

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Train surfing challenge: i giovanissimi e le sfide estreme

Il train surfing rientra tra gli «hobby estremi». In passato le persone decidevano di aggrapparsi ai treni o di sdraiarsi sopra le carrozze per viaggiare gratis. Negli anni Ottanta la pratica si è diffusa tra i giovani sovietici e successivamente, nel corso degli anni Novanta, ha raggiunto la Germania, prima di attirare l’attenzione nell’intero continente. Il train surfing, nato per non pagare il biglietto, è diventato così a tutti gli effetti un’attività considerata ricreativa da tanti ragazzi. A riportare in primo piano il fenomeno è stato l’avvento dei social media. Si sale sui tetti dei treni per poter poi condividere i video sulle varie piattaforme, con il risultato – purtroppo – di essere incoraggiati a continuare con attività pericolose.

Non è difficile trovarli sui social media, anche se le piattaforme stanno iniziando a muoversi per limitare la visibilità del fenomeno. Ormai si tratta proprio di una vera e propria sfida online, che c’entra poco con alcuni sport estremi urbani come il parkour e il freerunning.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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