Video sui tetti dei treni in corsa: cos’è il train surfing sui social

Salgono sul tetto di un treno e girano un video mentre è in movimento. Un gesto estremamente pericoloso, che si traduce nel fenomeno chiamato train surfing. È successo pochi giorni fa sulla tratta Brescia-Iseo-Edolo, nel tratto tra Marone e Sale Marasino. Il video è poi stato caricato su Instagram, a testimonianza di una pericolosa moda social che negli ultimi anni si è sviluppata in Europa e ha preso piede anche in Italia.
Il fenomeno
Il train surfing rientra tra quelli che possiamo definire come hobby estremi. In passato le persone decidevano di aggrapparsi ai treni o di sdraiarsi sopra le carrozze per viaggiare gratis. Negli anni Ottanta la pratica si è diffusa tra i giovani sovietici e successivamente, nel corso degli anni Novanta, ha raggiunto la Germania, prima di attirare l’attenzione di molti giovani dell’intero continente. Il train surfing, nato per evitare di pagare il biglietto, è diventato così a tutti gli effetti un’attività considerata ricreativa (ma anche molto rischiosa) da tanti ragazzi. A riportare in auge il fenomeno è stato l'avvento dei social media. Ora, infatti, i giovani salgono sui tetti dei treni per poter poi condividere i video sulle varie piattaforme, con il risultato – purtroppo – di essere incoraggiati a continuare con attività pericolose.

Quello a cui si sta assistendo negli ultimi anni è uno sviluppo drammatico del train surfing. Pur essendo da sempre una pratica estremamente pericolosa, tempo fa i ragazzi decidevano di correre il pericolo per viaggiare gratis. Una motivazione banale, certo, che appare però molto più sensata dell’incentivo attuale: caricare video per ottenere apprezzamento. Non è difficile trovarli sui social media, anche se le piattaforme stanno iniziando a muoversi per limitare la visibilità del fenomeno. Su Tik Tok, ad esempio, se l’utente prova a cercare «train surfing» compare una schermata che invita a riflettere sulle sfide online.
Perché ormai proprio di questo si tratta: una vera e propria sfida online, che c’entra poco con alcuni sport estremi urbani come il parkour e il freerunning. Come detto, non è una novità, perché ormai da alcuni anni si registrano episodi di train surfing. Continua a mancare una normativa ad hoc, ma sono assenti anche il senso civico e la percezione del pericolo.
I pericoli
Sono tantissimi i pericoli che si incontrano se si decide di fare train surfing. Da un treno in movimento – anche se non si tratta di convogli che viaggiano a grande velocità – è facilissimo cadere. Ma è alta anche la possibilità di colpire strutture o alberi che si trovano lungo il percorso. Nei casi in cui il treno si muove grazie all’alimentazione elettrica c’è poi il rischio di rimanere folgorati: una persona può ricevere una scossa mortale senza che il suo corpo tocchi effettivamente la linea elettrica aerea.
Le morti
Molte persone sono morte praticando train surfing, anche se la maggior parte di queste non si stavano filmando e salivano illegalmente sui treni solo per viaggiare gratis. In 10 anni in Brasile 100 persone sono morte in oltre 200 incidenti. In Sud Africa nel 2006 i decessi sono stati 19 e in Indonesia tra il 2006 e il 2008 sono stati 53. Tra il 2015 e il 2016 sono morte 33 persone in Russia. A New York si contano circa 20 persone che hanno perso la vita a causa del train surfing.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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