Strage di piazza Loggia, 50 anni dopo la voce di chi c’era risuona nei giovani

La Redazione Web
Per il progetto del Giornale di Brescia e di Casa della Memoria ieri l’incontro in città tra le studentesse del laboratorio di Giornalismo della Facoltà di Lingue dell’Università Cattolica e i testimoni di quel giorno
Sofia Rolfi intervista Gloria Ruzzunenti - © www.giornaledibrescia.it
Sofia Rolfi intervista Gloria Ruzzunenti - © www.giornaledibrescia.it
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Frammenti di testimonianze: sono quelli raccolti nel cuore di Brescia ferita dalla bomba di Piazza Loggia, e che si prepara a ricordare, ancora, quei tragici accadimenti cinquanta anni dopo.

Proprio tra le iniziative organizzate dal Giornale di Brescia e da Casa della Memoria nel programma di «Piazza Loggia 50» si inseriscono le interviste raccolte nella mattinata di ieri all’ombra della stele - monumento che ricorda i caduti - dalle studentesse del laboratorio di Giornalismo della Facoltà di Lingue dell’Università Cattolica, seguite da Fabio Gafforini e Massimo Grandi di Teletutto.

L’intento è quello di costruire una memoria collettiva partendo dai racconti di chi ha vissuto quei tragici eventi, visti con gli occhi di chi, oggi giovane, dovrà tramandarlo, questo patrimonio immateriale, poi in futuro.

Il dolore

Gloria Ruzzunenti è un’insegnante in pensione, nel 1974 aveva 17 anni: «Quegli avvenimenti mi hanno portato via l’innocenza e la fiducia nella vita - spiega -: per riacquistarla, con fatica, ci sono voluti anni. Ricordarli, ancora oggi è doloroso, come doloroso lo è per la città, che però da quel giorno ha saputo trarre valori oggi fondanti, come l’antifascismo».

Raffaele Mascis porta con sé una fotografia che lo ritrae allo stesso tempo a 33 anni, quanti ne aveva all’epoca della strage, e vent’anni dopo. Oggi ne ha 83 e con lucidità ripercorre quegli istanti: «Con amici e colleghi ci salvammo dalle schegge della bomba solo perché davanti a noi c’erano altre persone. Rimasi poi per tre giorni, senza mai tornare a casa, a fare picchetto alla camera ardente in Salone Vanvitelliano. Quando ci furono i funerali, la folla arrivava fino ai portici di Corso Zanardelli».

Raffaele Mascis, salvato da chi era davanti - © www.giornaledibrescia.it
Raffaele Mascis, salvato da chi era davanti - © www.giornaledibrescia.it

Elsa Boemi aveva 14 anni e il padre carabiniere le aveva vietato di partecipare a qualsiasi sciopero: «La mia prima preoccupazione fu proprio per mio papà che in piazza quel giorno era tra gli agenti del servizio d’ordine. Pioveva e quando la bomba scoppio pensavo fosse un tuono: per mesi la paura si ripresentò ad ogni temporale».

Il ricordo di Elsa Boemi - © www.giornaledibrescia.it
Il ricordo di Elsa Boemi - © www.giornaledibrescia.it

Testimonianze che hanno fatto presa sulle studentesse, anche emotivamente. «Non sapevamo molto della Strage di Piazza Loggia: oggi ho più consapevolezza e sono convinta che riusciremo a diffondere quello che stiamo facendo anche a tanti della nostra generazione», spiega Sofia Rolfi.

Prossimo appuntamento

Si tornerà a raccogliere altre interviste giovedì 2 maggio. «Le studentesse, grazie a quanto ascoltato stamattina (ieri, ndr), hanno una nuova e più approfondita consapevolezza sulla strage di piazza Loggia - commenta così Marina Villa, docente responsabile del laboratorio -. Il loro elaborato conclusivo e le testimonianze raccolte arricchiranno la memoria comune di Brescia».

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