Sovraffollamento delle carceri: a Verziano +173%, Canton Mobello +213%

Fuori, come tutte quelle cose che si risentono negli anni, non fa più notizia. Dentro è l’unica notizia che conta. Del resto basta una persona in più perché la situazione in cella, già irrimediabilmente compromessa, diventi esplosiva. E quella persona in più arriva sistematicamente e gli spazi, insieme all’aria, sistematicamente si restringono. Il rischio che nelle stanze di chi è al comando del Paese (indipendentemente dal suo colore politico), non faccia notizia la circostanza che ieri a Canton Mombello abbiano cercato di dormire, di mangiare, di lavarsi, di avere uno spicchio di privacy 388 detenuti nello spazio omologato per 182 è altissimo. Praticamente una certezza. Come lo è che non abbia eco la circostanza che a Verziano ce ne siano 122 quando dovrebbero essercene al massimo 71.
Non dati estemporanei
Il sovraffollamento del 213% nel carcere di via Spalti San Marco e quello del 171% in quello femminile sono mali cronicizzati, non dati estemporanei. Meglio, nel nuovo millenio, le cose sono andate solo dopo la tirata d’orecchi della Corte europea dei diritti dell’uomo del 2013, con la nota sentenza Torregiani. Passati i lividi, però, si è tornati a quei livelli e, un secondo verdetto in tema di violazione dei diritti umani, non è improbabile.
Sentenze inappellabili intanto arrivano ogni quattro giorni e mezzo da tutte le carceri italiane. A scriverla sono i detenuti che si suicidano in cella. Nel 2024 furono 91, il record di sempre. Nel 2025 sono stati (per ora 78). Se l’anno chiudesse così sarebbe il terzo peggior risultato di sempre. Ma anche questo, probabilmente, non farà notizia.
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