Sistema in tilt, ricette bloccate: caos per medici di base e pazienti bresciani

Troppo frequenti i disservizi del sistema informatico regionale che dovrebbe «dematerializzare» le ricette. Giovanni Gozio, consigliere dell’Ordine dei medici di Brescia: «Non si può lavorare così»
Le ricette rosse: un ritorno al passato per via dei disservizi del portale regionale - © www.giornaledibrescia.it
Le ricette rosse: un ritorno al passato per via dei disservizi del portale regionale - © www.giornaledibrescia.it
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Ricette rosse e certificati di malattia in doppia copia da consegnare in giornata al datore di lavoro e all’Inps. Altro che progresso, i medici di famiglia bresciani tornano «alla vecchia»: il sistema informatico regionale che dovrebbe «dematerializzare» le ricette, trasmetterle via posta elettronica o sms, e rilasciare i certificati di malattia da mesi sta facendo i capricci imponendo loro di rispolverare le ricette rosse e di ripristinare procedure abbandonate ormai da molti anni.

Il tutto, come si può immaginare, tra le polemiche: i disservizi cronici del Siss (questo l’acronimo del Sistema informativo socio-sanitario) hanno mandato su tutte le furie molti medici, costretti a rallentare il lavoro per ragioni di natura tecnica, e moltissimi pazienti alle prese con la necessità di doversi recare in ambulatorio a ritirare le ricette e i certificati da recapitare d’urgenza al datore di lavoro e all’Inps.

Disagi e polemiche

La questione è al centro di una lettera che i medici di medicina generale dell’Ambulatorio San Luca di Villanuova sul Clisi hanno spedito al Giornale di Brescia per denunciare una situazione «insostenibile» e «frustrante». Una situazione che ci viene confermata da Giovanni Gozio, medico di famiglia a Rezzato nonché consigliere dell’Ordine dei medici di Brescia: «Così non si può lavorare», è il suo sfogo: «I problemi del Siss sono iniziati mesi fa e si sono accentuati questa settimana. Il sistema funziona a singhiozzo e, quando va in tilt, non riusciamo a dematerializzare le ricette, con conseguenze per noi, che dobbiamo lavorare il doppio per svolgere incombenze burocratiche, e per i nostri assistiti».

Questi ultimi, non potendo ricevere la ricetta via mail, devono infatti recarsi in ambulatorio per ritirarla e, «se hanno la necessità di prenotare una visita o un esame non possono utilizzare ad esempio le "app" perché le ricette rosse - aggiunge Gozio - sono sprovviste del numero univoco che viene richiesto. È quindi un problema».

Alcuni giorni il Siss smette di funzionare per ore, altri una mezz’oretta la mattina. E sullo schermo dei medici compaiono messaggi di «Verifiche in corso, il sistema verrà ripristinato»: «Si lavora male», commenta il consigliere dell’Ordine. Anche perché ciò sta avvenendo in un momento storico in cui i medici di famiglia sono pochi, hanno tanti pazienti (molti sforano il massimale dei 1.500) e devono eseguire anche parecchio lavoro burocratico.

«La cosa è nota e stranota, tutti noi abbiamo già fatto numerose segnalazioni. Qualcosa, con le nuove linee, è migliorato, ma i disservizi continuano. So che la Regione ha a cuore la questione e, a parole, ha promesso un sistema più friendly ed efficiente». Per ora, però, il Siss continua a fare le bizze e anziché agevolare il lavoro lo sta rallentando.

Troppe piattaforme

Angelo Rossi, medico di base e segretario del Fimmg di Brescia, parla di «giornate da incubo, ore perse e problemi che distraggono dall’agire clinico». Fa riferimento al malfunzionamento del sistema e alle tante di piattaforme («12 o 13») che i medici devono usare ogni giorno: «L’ambizione è che si arrivi a una piattaforma unica, più semplice e funzionante. Il Siss era nato per il controllo delle prescrizioni, poi il suo utilizzo è stato esteso ad altro: adattarlo, mettendo delle pezze, non è stata la soluzione giusta». 

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