CronacaBassa

Sicurezza sulla strada, il flash mob: «La priorità resta educare a una guida sicura per tutti»

In piazza Roma a Ospitaletto la giornata di sensibilizzazione organizzata dall’associazione «Condividere la strada della vita»
  • Vittime sulla strada, il flash mob a Ospitaletto
    Vittime sulla strada, il flash mob a Ospitaletto - Foto Giovanni Benini/Neg © www.giornaledibrescia.it
  • Vittime sulla strada, il flash mob a Ospitaletto
    Vittime sulla strada, il flash mob a Ospitaletto - Foto Giovanni Benini/Neg © www.giornaledibrescia.it
  • Vittime sulla strada, il flash mob a Ospitaletto
    Vittime sulla strada, il flash mob a Ospitaletto - Foto Giovanni Benini/Neg © www.giornaledibrescia.it
  • Vittime sulla strada, il flash mob a Ospitaletto
    Vittime sulla strada, il flash mob a Ospitaletto - Foto Giovanni Benini/Neg © www.giornaledibrescia.it
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    Vittime sulla strada, il flash mob a Ospitaletto - Foto Giovanni Benini/Neg © www.giornaledibrescia.it
  • Vittime sulla strada, il flash mob a Ospitaletto
    Vittime sulla strada, il flash mob a Ospitaletto - Foto Giovanni Benini/Neg © www.giornaledibrescia.it
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    Vittime sulla strada, il flash mob a Ospitaletto - Foto Giovanni Benini/Neg © www.giornaledibrescia.it
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La contraddizione è netta. Una parata di croci e di foto di giovani e persone scomparse – l’ultima vittima, Matilda Agnesi, aveva solo 18 anni - calate nel sole di una domenica mattina di aria tersa nel piazzale antistante alla chiesa parrocchiale di Ospitaletto. Di fronte i ragazzi dell’Oratorio vendono biscotti, ai piedi di quelle croci le lacrime delle famiglie a cui fanno da contrappunto i nomi delle vittime della strada scritte sulle magliette indossate da chi il destino ha relegato al ruolo di sopravvissuto alla sua discendenza. Nell’aria il dolore di una perdita, del vuoto, dell’affanno della ricerca di un perché nella risposta che nessuno in realtà può dare. «La vostra morte è la mia morte...» legge una voce recitante mentre una madre accarezza uno di quei legni.

«La croce è il simbolo redentivo e salvifico della croce di Cristo e Giovanni in particolare chiarisce che la morte in croce di Gesù rappresenta il dono di sé più gratuito, un dono incommensurabile di Dio all’umanità» ricorda il parroco nella sua benedizione della piazza. Ma l’effetto che quel flash mob produce è più forte di un calcio nello stomaco: scorgi i volti e i nomi delle persone, leggi le date, comprendi che dietro quelle assi incrociate ci sono storie, famiglie, vite troncate e a tratti ricostruire pur nella fatica della ricerca di una quotidianità e del vivere nonostante tutto. «Non c’è mai rassegnazione, ma il tentativo di comprendere e di educare alla sicurezza tutti. Io poi non ho mai conosciuto chi ha ucciso mio figlio sulla strada...» spiega il presidente Roberto Merli. L’associazione «Condividere la strada della vita» è questo spartiacque tra la disperazione pura e la forza vivifica della testimonianza. Nonostante il dolore vissuto nella sua forma più devastante.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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