Senzatetto ed emarginazione: i medici sono sentinelle fondamentali

Marco Papetti
Anche a Brescia i medici e le mediche di base garantiscono il diritto alla cura e segnalano le potenziali situazioni di povertà ed emergenza
Un luogo utilizzato dalle persone senza fissa dimora a Brescia - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
Un luogo utilizzato dalle persone senza fissa dimora a Brescia - Foto Gabriele Strada/Neg © www.giornaledibrescia.it
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Secondo la legge istitutiva del Servizio sanitario nazionale 833/1978, per poter avere un medico di base occorre avere la residenza: in questo modo sono esclusi dall’assistenza sanitaria i senza fissa dimora, privi di un indirizzo. Per porvi rimedio si è fatto spesso ricorso allo stratagemma di iscrivere all’anagrafe le persone senza tetto a un indirizzo fittizio, in modo che questo risulti come residenza, rendendo possibile l’iscrizione all’Asl di riferimento.

Diritti

Una situazione che non dovrebbe ripeterà più, dal momento che lo scorso 6 novembre il Senato approvato una nuova legge che garantisce il diritto al medico di base anche ai senza tetto che vivono in Italia.

La legge ha anche istituito un fondo da un milione di euro all’anno per il 2025 e il 2026 con cui finanziare il programma sperimentale nelle 14 città metropolitane d’Italia. «Finalmente forse siamo arrivati ad una svolta, vediamo come evolverà questa sperimentazione», ha spiegato Francesca Andreoli, dirigente medico all’Asst Val Camonica.

I medici a Brescia

Capita che ai medici di medicina generale gli «invisibili» si manifestino, varcando la porta dell’ambulatorio. Quello delle «cure primarie» è dunque un osservatorio peculiare del fenomeno della marginalità, che più che a un panopticon assomiglia a una sentinella sul campo, in grado di intercettare spie di disagio individuale.

«Spesso le organizzazioni ci contattano telefonicamente perché ci sono persone senza tessera sanitaria che non sanno dove indirizzare – ha raccontato al convegno «Gli invisibili: equità nella salute. Assistenza socio-sanitaria alle persone in condizioni di marginalità sociale» Mariachiara Lazzaroni, medica di medicina generale con studio a Brescia –. Purtroppo questa tipologia di pazienti per noi sono meteore, veniamo in contatto con loro ma poi non ne sappiamo più nulla. Confrontandomi con i colleghi è emerso che la difficoltà più grande per noi è il corretto approccio burocratico per questi pazienti. Più semplice la presa in carico di chi è iscritto, anche temporaneamente, al sistema sanitario, con cui possiamo stabilire un percorso di cura»

Filtro e sentinella

Per Lazzaroni, i medici di base possono essere «filtro e sentinelle anche di cambiamenti economici e sociali, e portare a galla un sommerso di invisibili insospettabili».

Sintomi di emarginazione possono apparire durante una visita: pazienti che chiedono di non prescrivere un farmaco perché a pagamento, una visita a domicilio che rivela povertà abitativa.

«Nelle nostre competenze – ha spiegato Lazzaroni – c’è richiedere l’invalidità civile Inps, fare segnalazione agli assistenti sociali, attivare l’assistenza domiciliare integrata e confrontarci con l’ospedale per valutare dimissioni protette per agevolare il passaggio dall’ospedale al territorio. Quest’anno inoltre è partito un progetto di sorveglianza domiciliare».

Curare gli ultimi

Al convegno era presente anche il presidente uscente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Brescia, Ottavio Di Stefano, a cui succederà dal 1° gennaio 2025 Germano Battoncelli. Così ha presentato l’idea di un convegno sugli «invisibili» e l’assistenza sanitaria a loro dedicata: «Gli ultimi sono gli emarginati, i poveri, i diseredati, gli immigrati – ha detto –, ma se ci pensiamo bene gli ultimi sono anche i malati: quando uno è ammalato diventa ultimo. Ammalarsi ha senso? Dobbiamo interessarci anche di questo senso che diventa drammatico laddove non vediamo nemmeno quelli che si ammalano e stanno male. Quando Mattarella è venuto al teatro Grande per inaugurare Brescia-Bergamo capitale della cultura – ha aggiunto – mi ha colpito quando ha detto che curare gli ultimi misura il grado di civiltà di un popolo e di una nazione».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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