Santa Maria Troncatti, in duomo la messa di ringraziamento
Ha portato la misericordia e la speranza in una terra popolata dagli ultimi, in una terra dove il colonialismo ha mostro il suo volto feroce. È stato un’artigiana di pace. Suor Maria Troncatti è stata proclamata santa da papa Leone XIV lo scorso 19 ottobre in piazza San Pietro; in cattedrale la solenne messa di ringraziamento presieduta dal vescovo Pierantonio Tremolada, a cui ha partecipato un folto gruppo di fedeli da Corteno Golgi, paese natale della santa.
L’omelia
«Suor Troncatti è stata canonizzata in questo anno giubilare – ha detto il vescovo –, Giubileo che è per definizione l'anno della grazia e l’anno santo, nel quale noi ricordiamo a tutti, e a noi stessi per primi, che Dio fa grazia, cioè che Dio è misericordioso. La misericordia è il cuore buono di Dio che si apre agli uomini nelle loro miserie. Può sembrare un po' offensiva questa parola, dire che siamo miseri, è una parola invece che era molto cara alle generazioni precedenti. C'è una miseria di fondo, no? Una terra che è segnata dalle lacrime, lo sappiamo. Ebbene, noi confidiamo nell’amore di Dio che viene incontro con la sua infinita bontà alle nostre miserie, alle nostre fragilità, alle nostre debolezze».

«Santa Maria Troncati va considerata una testimone della misericordia di Dio – ha sottolineato mons. Tremolada –, perché lei si è presa cura di tante persone deboli, agli occhi del mondo insignificanti, una popolazione quasi nascosta dentro la foresta amazzonica, e quando era visitata lo era per essere sfruttata. Lei si è presa cura di ciascuna di queste persone in tante maniere, sappiamo in modo anche molto creativo; si è presa cura dal punto di vista anche fisico delle persone tramite l’assistenza sanitaria. Non si è risparmiata, aveva anche attenzione ai cuori, alle ferite interiori, ha suscitato una reazione di profondo affetto, la chiamavano appunto madrecita, la nostra madre».
E poi è stata un'artigiana di pace, «è un'espressione che mi piace molto – ha sottolineato il vescovo –, lei la pace l’ha costruita, l’artigiano è colui che impiega tempo, lavoro, intelligenza, capacità, talento. Lei ha fatto questo costruendo la pace. Ha disinnescato l’odio nella terra dove operava, in Ecuador. L’odio che c'era tra chi veniva sfruttato e chi sfruttava, tra le popolazioni indigene e i coloni: lei si è posta in mezzo, è diventata operatrice di pace. Sapete che una delle beatitudini proclamate da Gesù è questa, beati gli operatori di pace».
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