Sanità bresciana unita per l’ambiente: «Lavoriamo in modo più sostenibile»

Il desflurano è un gas anestetico che ha un impatto sul riscaldamento terrestre pari a 2.500 volte quello della CO2. Fortunatamente ne esistono altri «altrettanto efficaci e sicuri». Sostituirlo porterebbe benefici all’ambiente. Come anche prescrivere esami mirati (evitando sprechi di energia, tempo, benzina...), prediligere somministrazioni orali (meno impattanti di quelle per via endovenosa) e svolgere correttamente la raccolta differenziata.
Ne è convinto Claudio Sileo, direttore generale dell’Ats Brescia: «Nella sanità dobbiamo impegnarci per lavorare in modo più sostenibile. Ciascuno, nel proprio piccolo, può fare qualcosa di importante. Qualcosa che poi diventa un’abitudine, uno stile di vita positivo, un esempio anche per le altre persone».
Gli attori
Partendo da questa considerazione Sileo ha convocato un tavolo istituzionale composto dai rappresentanti degli Ordini della sanità (Medici, Infermieri, Ostetriche, Fisioterapisti, Tecnici, Farmacisti e Veterinari), Federfarma, le Asst Spedali Civili, Garda e Franciacorta, la Poliambulanza, il Gruppo San Donato, il Comune di Brescia (l’assessora Camilla Bianchi). E ancora: il sindaco di Villanuova in rappresentanza del Collegio dei sindaci e l’Università di Brescia (con il prof. Francesco Donato e il prof. Mentore Vaccari). Un tavolo coordinato da Antonio Bonardi, esperto di queste tematiche ora in pensione dopo una carriera da direttore sanitario.
Il primo incontro è avvenuto ieri. Il lavoro procederà per step con l’intenzione di «seminare sensibilità per generare consapevolezza - spiega Sileo -. Innanzitutto dobbiamo apprendere, confrontarci e stilare una "road map" con le linee di intervento per ridurre l’impatto della sanità sull’ambiente. Poi, per approfondire i singoli argomenti, ci divideremo in gruppi in modo tale che ciascuno, forte delle proprie competenze, possa dare il proprio contributo specifico». È facile che il tavolo diventi presto ancora più grande: «Le Rsa hanno già espresso interesse a farne parte».
Pillole green
Il lavoro iniziato ieri è stato preceduto dalla diffusione ai medici bresciani delle «pillole green» scritte dall’Ordine dei Medici di Bergamo: «L’ispirazione per questo progetto arriva da lì - ammette il direttore generale di Ats Brescia -. Le pillole green contengono suggerimenti per lavorare in modo più sostenibile negli ospedali, negli ambulatori etc. A Bergamo ne sono state pubblicate 13. In accordo con l’Ordine dei Medici di Brescia 5 sono state diffuse anche da noi».
Una riguarda il desflurano: «La dose necessaria per mantenere addormentato un paziente per un’ora equivale a un’auto che percorre 320 km - leggiamo -. Meno del 5% del gas somministrato durante l’anestesia viene inalato dal paziente, il resto si diffonde nell’ambiente dove può rimanere per un decennio». Un’altra dà indicazioni per ridurre l’impronta carbonica della diagnostica per immagini partendo da un’indagine che paragona le emissioni di CO2 di quattro comuni prestazioni ai chilometri percorsi da un’auto: «145 km per una risonanza magnetica, 76 per una tomografia computerizzata, 6 per una radiografia del torace e 4 per un’ecografia».
C’è anche una «pillola green» che riguarda le sale operatorie: invita a seguire le linee guida internazionali secondo le quali «nella maggior parte dei casi non serve eseguire alcun test di routine» e aggiunge: «Numerosi studi hanno dimostrato che più del 50% degli strumenti presenti nei vassoi preconfezionati per le procedure chirurgiche standard viene raramente utilizzato. Una loro più accurata selezione può ridurre gli sprechi, senza compromettere l’efficacia e la sicurezza delle cure». Di cose da migliorare «ce ne sarebbero tantissime - sintetizza Sileo -. Si potrebbe agire, ad esempio, anche a livello di alimentazione raccomandando di consumare più frutta e verdura e meno carne, soprattutto rossa, e pesce. Se le nostre mense aziendali recepissero questa indicazione potremmo ottenere risultati importanti: noi e gli ospedali abbiamo un totale di circa 15mila dipendenti. Sempre nell’ottica di favorire una nuova sensibilità e consapevolezza si potrebbero anche stipulare accordi per avere più cibo sano nei distributori automatici. O creare le condizioni, con l’aiuto del Comune, affinché quante più persone arrivino al lavoro in bicicletta o utilizzando i mezzi pubblici».
Per Ats Brescia non si tratta di novità: l’azienda da tempo ha uno spirito «green»: sono state abolite le bottiglie di plastica a favore dei distributori collegati alla rete idrica ed è stato costituito un gruppo interno ad adesione libera in cui venti (dei 755) dipendenti avanzano proposte per ridurre l’impatto sull’ambiente.
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