Ruba monopattino davanti alla Questura di Brescia: arrestato ed espulso

Vive per strada, di espedienti. E non si ferma neppure davanti a una denuncia. Il giorno prima è stato denunciato per ricettazione, quello dopo ha rubato un monopattino elettrico proprio davanti alla questura. Gli agenti lo hanno subito riconosciuto e poi rintracciato nella zona tra via Tartaglia e via Capriolo in cui si aggira da qualche settimana. Lo hanno arrestato e per lui è stata disposta l’espulsione.

È stata la stessa Questura a raccontare la vicenda: «Un uomo, dopo essersi recato presso gli Uffici della Questura, denunciava il furto del proprio monopattino elettrico, parcheggiato poco prima in Via Sandro Botticelli. I Poliziotti si sono attivati immediatamente per ricostruire con precisione l’accaduto e, ricorrendo alla visione delle immagini riprese dai sistemi di videosorveglianza presenti all’esterno della Questura, notavano un soggetto – già noto alle Forze di Polizia poiché fermato e denunciato la sera precedente per il reato di ricettazione e per possesso ingiustificato di arnesi atti allo scasso – nell’atto di forzare il lucchetto del mezzo per poi appropriarsene e allontanarsi in direzione di Via San Polo».

Il recupero 

La sala radio ha messo in movimento le pattuglie: «La notizia veniva pertanto diramata dalla Centrale Operativa alla Squadra Volante, che immediatamente si attivavano nelle vie del Centro Cittadino alla ricerca del malvivente. I poliziotti, transitando nell’area del parcheggio fra Via Capriolo e Via Tartaglia, riconoscevano, tra un gruppo di persone, il soggetto a bordo di un monopattino. Costui alla vista dell’auto della Polizia abbandonava il monopattino tentando di occultarlo tra le portiere aperte di un’autovettura parcheggiata nelle vicinanze; tale tentativo tuttavia non andava a buon fine in quanto impedito dal pronto intervento degli Agenti che provvedevano a bloccare il ladro. Il successivo controllo dava esito positivo in quanto il monopattino coincideva con quello precedentemente rubato; che pertanto veniva poi riconsegnato al legittimo proprietario».