Rovato, un tour di favole narrate nelle scuole

Daniele Piacentini
Con le loro scritture, Barbara Dall’Osso e Giampaolo Belotti sostengono il lavoro dell’associazione «Gli amici di Andrea-Bologna», che cura progetti legati ai bambini con disabilità e non
Durante la lettura di una favola - © www.giornaledibrescia.it
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I libri fanno volare la fantasia e, soprattutto, quelli per i più piccoli, abbattono distanze e barriere. Nasce da qui il ponte solidale che unisce i bambini della Franciacorta a quelli con disabilità o fragilità dell’Emilia Romagna, sostenuti dalle «Favole a fine di bene» del duo composto dalla scrittrice Barbara Dall’Osso (emiliana d’origine, ma ormai rovatese acquisita) e dal franciacortino Giampaolo Belotti, artista e illustratore di fama internazionale. Le loro favole per bambini sostengono da anni il lavoro dell’associazione «Gli amici di Andrea-Bologna», che cura progetti legati ai bambini con disabilità e non e per progetti nelle scuole del capoluogo felsineo, legate non solo idealmente, ma anche fisicamente a quelle rovatesi.

Il legame

Sono proprio i libri entrati in questo ultimo scampolo di anno scolastico negli istituti scolastici del territorio attraverso una serie di partecipate letture il collante. Il tour andrà avanti fino a giugno, mentre è in rampa di lancio un’altra avventura, sempre rivolta alle scuole: «A spasso per i vigneti», con le classi invitate a passeggiare nelle colline del buon vino, raccontando come si passa dalla vigna alla bottiglia, mentre per gli adulti ci sarà la possibilità di degustazione e altro ancora, in collaborazione con l’azienda agricola Cantarane (informazioni sulla pagina Facebook «Le Favole di Barbara»).

I bimbi all'ascolto - © www.giornaledibrescia.it
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Undici favole

Per Barbara Dall’Osso, «la magia di queste favole è parlare di sentimenti semplici, per crescere con il cuore buono». L’elenco è lungo ed è arrivato ormai a quota... undici: da «Gico il Lombrico», la prima favola pubblicata nel 2011 che insegna ai bimbi ad affrontare la vita con coraggio, a «Spocchia la Ranocchia», sul valore dell’amicizia.

Poi c’è «Gedeone il Calabrone», al quale tutti dicevano che «non sarebbe mai riuscito – spiega ancora la Dall’Osso – a volare; eppure, lui, che aveva sempre avuto fiducia, volava veloce come il vento». E ancora: «Lalla la Farfalla», che «amava la vita in ogni momento, perché anche dai periodi difficili bisogna coglierne la gioia»; «Flaca la Lumaca», sul valore della lentezza per apprezzare il bello quotidiano attorno a noi; «Mica la Formica» sul lavoro di squadra, «Scialpa la Talpa» per non giudicare senza conoscere; «Clarabella la Coccinella» sulla gentilezza, «Bubino il Porcospino» sull’affetto, «Ucciola la Lucciola», per essere grati per le cose belle che ci circondano. Poche settimane fa, l’ultimo arrivato: «Glauco il Bruco», sull’importanza, nella vita, di volare... leggeri.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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