Roberto Guerrieri, a Gaza con Emergency: «Qui i neonati muoiono di fame»

Il racconto dell’operatore sanitario che ha partecipato a due missioni
Roberto Guerrieri - © www.giornaledibrescia.it
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L’unica cosa certa è che indietro non si può più tornare. Da ottobre 2023 il conflitto fra Israele e Palestina è diventata la più disumana delle guerre, e a farne le spese sono - come sempre - i civili. Lo sa bene Roberto Guerrieri, operatore sanitario di Emergency, protagonista fra 2024 e 2025 di due missioni - una a novembre e una a maggio - nella Striscia di Gaza.

«Le cose cambiano molto velocemente - racconta -: se a novembre il conflitto era in qualche modo regolamentato e c’erano zone umanitarie nelle quali risiedevamo e poi zone rosse da lasciare libere, da marzo non è più cosi. Se prima Israele permetteva l’ingresso di cibo e farmaci, oggi l’embargo è totale».

È cambiato tutto la notte del 17 marzo: «Sono ripresi i combattimenti - prosegue Guerrieri -, senza avvertimento. Noi dovremmo essere “de-conflicted” ovvero: in caso di attacco ci devono avvertire, e non sempre questa regola è stata rispettata. Così la situazione è precipitata perché nessuna zona era più sicura».

Da primavera

Paura e grande emergenza: «Già dalla primavera abbiamo visto i primi casi di malnutrizione severa - spiega Guerrieri -, abbiamo rischiato di chiudere, ma abbiamo resistito. Le condizioni della popolazione, adesso, sono peggiorate ancora. I colleghi mi raccontano di 350 accessi quotidiani alla nostra struttura sanitaria. Abbiamo assunto anche nuovo personale e restiamo aperti fino alle 17, ma non basta mai».

Ora la causa di morte più frequente, oltre naturalmente alle bombe, è la malnutrizione severa dei bambini: «Quando c’ero io avevamo 2 casi a settimana, oggi sono una sessantina, soprattutto neonati - prosegue l’operatore sanitario -. Scarseggia in primis il cibo, ma anche la nutrizione terapeutica. Il 90% delle persone non ha più casa e migra da nord a sud, lì abbiamo un’altra struttura e facciamo il possibile per accogliere tutti».

Per ora Roberto si fermerà in Italia, ma spera di riuscire a tornare: «Temo che la situazione sia già irrecuperabile, non so come si potrà sanare questa ferita umana - conclude -, questo trauma ininterrotto che quel popolo ha dovuto sopportare da ottobre del 2023. Non so come farà questa gente a risollevarsi in un’ottica di pace e non più di conflitto e di odio».

Si parlerà anche di questo, visto che Roberto parteciperà con la sua testimonianza ad uno degli appuntamenti, alla rassegna Emergency Days 2025 che prenderà il via domani: cinema, musica, cibo e libri, per raccontare le emergenze del mondo e sostenere l’Ong italiana.

Il primo appuntamento, domani alle 19, è in via Gasparo da Salò in città con il tradizionale aperitivo in musica offerto dai ristoratori della zona. Per la prima volta, inoltre, l’iniziativa si apre anche alla provincia. Il programma completo, con tutti gli appuntamenti, è al link https://eventi.emergency.it/event-pro/emergency-day-brescia/.

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