Rifiutano il matrimonio combinato: sorelle picchiate, ora in salvo

Quando è morta la madre sono state promesse dal padre a due cugini che non hanno mai visto: le vittime sono due ragazze pachistane, che ora si trovano in una comunità protetta lontano da Brescia
Le due sorelle ora vogliono vivere liberamente - © www.giornaledibrescia.it
Le due sorelle ora vogliono vivere liberamente - © www.giornaledibrescia.it
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Un padre padrone. Un altro. Dispotico e violento con i figli ma soprattutto con le figlie, che costringe a vivere, o meglio non vivere, secondo le sue regole e non si fa remore ad usare le mani per far rispettare le sue disposizioni.

Nei racconti delle ragazze, negli ultimi mesi, calci e pugni erano all’ordine del giorno. Le loro «colpe» quelle di voler uscire di casa non solo per andare a scuola, di voler vestire all’europea e soprattutto di non accettare di essere state promesse in spose a uomini che non conoscono e che non sono mai stati in Italia.

Protezione

Ora le ragazze sono al sicuro in una comunità protetta lontano dalla provincia di Brescia e su quando accadeva nell’appartamento della famiglia in Valtrompia stanno indagando i carabinieri che hanno raccolto le denunce e che, con il coordinamento della Procura della Repubblica, procedono per maltrattamenti in famiglia.

L’ennesima storia di diritti negati e violenze in famiglia dietro la giustificazione di una tradizione morale e culturale arriva dalla nostra provincia. In questo caso però, per fortuna, le forze di polizia sono arrivate in tempo e il finale è diverso da quello che padri violenti e convinti di essere nel giusto avevano riservato a Hina Salem o a Sana Cheema, giovani donne musulmane uccise per aver rifiutato le decisioni della famiglia. Anche in questo caso oltre vent’anni nel nostro Paese non hanno smosso le convinzioni del padre, operaio in una fonderia della Valtrompia.

L’intervento

A fine maggio carabinieri e 118 vengono chiamati dopo che due persone in strada sono intervenute in difesa di due ragazze disperate, sorelle pachistane di 19 e 22 anni, che padre e fratello stavano inseguendo e picchiando. La lite, violentissima, era iniziata in casa e le ragazze, per mettersi in salvo, erano fuggite in strada ma neppure questo aveva fermato la furia dei maschi di casa che le hanno inseguite.

Una volta medicate, e messe al sicuro dai militari, hanno raccontato quello che stavano vivendo. Erano in sei, padre, madre e quattro fratelli, due maschi e due femmine, in Italia da molti anni. Il padre ha un lavoro regolare, non ci sono problemi particolari, almeno per quello che si percepisce dall’esterno.

Matrimoni combinati

All’inizio dell’anno però la loro madre muore per una malattia e la situazione all’interno della casa precipita: come prassi tutta la famiglia intraprende un viaggio nel loro paese d’origine per il funerale e in quel periodo, di circa due settimane, il padre aveva combinato per entrambe un matrimonio.

Le ragazze avrebbero addirittura dovuto fermarsi direttamente in Pakistan, per sposarsi subito, ma con la scusa di finire l’anno scolastico lo hanno convinto a farle rientrare.

A casa però è cominciato l’inferno, purtroppo troppo simile ad altre storie che si sono consumate nella nostra provincia. Nella famiglia c’è anche un fratellino di 14 anni, con problemi di salute, e un fratello coetaneo delle ragazze che in qualche caso ha dato manforte al padre e in altri però ne è stato vittima come quando il genitore aveva scoperto che fumava: una pattuglia dei carabinieri era intervenuto anche in sua difesa.

Nella prima denuncia messa nero su bianco in caserma le sorelle hanno spiegato che «nostro fratello è dalla nostra parte» ma sulla strada, secondo i testimoni, anche lui le stava picchiando. Chi si è occupato della questione parla di una famiglia «con dinamiche complicate che sono esplose quando è mancata la mamma».

Una storia che si arricchisce di particolari man mano che passa il tempo. Al sicuro della comunità e distanti da Brescia infatti le due giovani donne hanno chiesto di essere accompagnate in caserma e ai carabinieri hanno aggiunto dettagli ed episodi che, nella concitazione della fuga da casa, non avevano raccontato.

Il fascicolo in Procura si arricchisce di elementi e non è escluso che presto possano arrivare dei provvedimenti nei confronti del padre.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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